La meditazione – tra le molteplici e ridondanti opportunità creative che di volta in volta è capace di offrire – è una pratica che ci consente di entrare in contatto con la nostra vera natura, al di là di apparenze e illusioni. Ma come possiamo riconoscere questa natura? Come possiamo sperimentare la pace e la gioia che immancabilmente ci offre? Nelle seguenti note, troverai alcuni spunti di riflessione tratti dalle parole di Adyashanti, un maestro spirituale contemporaneo che ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità. Adyashanti ci invita a ri-scoprire il gioiello che possediamo già, ossia la peculiare essenza divina, che brillerà finanche nella routine più ordinaria. Ti auguro una buona lettura e una buona meditazione.
“Cosa accadrebbe se tu abbandonassi ogni frammento e ogni desiderio di controllo, fino al più infinitesimo impulso a controllare qualsiasi cosa, ovunque, compreso tutto ciò che potrebbe accaderti in questo stesso istante? Immagina di poter rinunciare completamente e definitivamente al controllo, a qualsiasi livello. Se tu fossi in grado di rinunciarvi in modo totale e assoluto, saresti allora un essere spiritualmente libero.
Molti sostengono che quando togli via, scavando, fino all’ultimo strato della maschera emozionale umana, l’emozione primaria che mantiene gli esseri umani nella separazione è la paura. Non è quanto ho riscontrato personalmente. Ho constatato che il problema essenziale che costringe le persone a sperimentare sé stesse come esseri separati è il desiderio e la volontà di controllo. La paura sorge quando credi di non aver alcun controllo. […]
Se lasci andare il controllo, non puoi evitare di essere affrancato e libero. È come quando ti lanci da un edificio, non puoi fare a meno di precipitare: la gravità ti trascina giù. […]
La realizzazione può dirsi compiuta solo grazie al rilascio cieco e imprevedibile del controllo. È naturale che a questo punto le persone mi chiedano: «E adesso, come lascio andare il controllo? Come si fa?». E io posso solo dire che questa stessa domanda è il tuo controllo. Il controllo sta cercando di fare il suo lavoro. Quando si chiede «come», si ha sempre a che fare col controllo. A volte avere un «come» può rivelarsi utile, ma in fin dei conti è sempre una forma di controllo. Non c’è nessun «come». Lascia andare, semplicemente. […]
Se ci stiamo veramente abbandonando alla nostra vera natura, le forme più lampanti di controllo non sono in funzione. Se stanno ancora operando, allora non ci stiamo adagiando sulla nostra vera natura […]. Se poi tentiamo ancora di controllare noi stessi e gli altri, torniamo indietro nel mondo dei sogni. […]
Lasciar andare presuppone sperimentare la morte del nostro io separato, e questa è una morte molto, molto profonda. Profondissima. Ovviamente, è una morte del tutto illusoria. […]
Lasciar andare ogni pretesa sul momento. Ogni volta che hai qualche pretesa su questo momento – che ti dia qualcosa o che tolga di mezzo qualcos’altro – vi è sofferenza. […] Il problema è che quando c’è una pretesa, ti sfugge completamente ciò che vi è adesso. […]
La mente ha paura di lasciar andare le proprie pretese, perché pensa che se molla la presa non otterrà ciò che vuole […]. Smettila di cercare d’essere una persona migliore, e sarai una persona migliore. Smettila di cercare di perdonare, e il perdono accadrà. Fermati e fa silenzio. […]
È come se cominciassi ad andare a caccia del gioiello che già possiedi in tasca […].
Ciò che tu sei è l’unica cosa che non puoi ottenere. Ed è proprio questa la sua bellezza. […] Puoi soltanto smettere di mentire […]. L’ego è semplicemente un moto della mente, che cerca sempre di ottenere qualcosa – l’amore, oppure Dio, denaro, o un nuovo giocattolo. La mente pensa sempre che qualcosa sia sul punto di renderla felice”.
(Da: La danza del vuoto: Piena realizzazione del Sé – Adyashanti)
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– Adyashanti (macrolibrarsi)
– Adyashanti – Wikipedia