Shunryu Suzuki Roshi, maestro zen (pratica di meditazione) giapponese che ha diffuso il buddhismo in Occidente, spiega il significato della frase “due facce di una stessa medaglia”, riferendosi alla relazione tra la pratica della meditazione e la vita quotidiana. Secondo lui, non si tratta di due aspetti separati, ma di una sola realtà che si manifesta in modi diversi. La meditazione non è un’attività isolata, ma un modo di essere presenti a sé stessi e al mondo. La vita quotidiana non è una distrazione, ma un’occasione per esprimere la propria natura di buddha. Questi brevi appunti offrono una riflessione profonda e stimolante su come integrare la meditazione nella propria esistenza, senza creare dualismi o conflitti.
«L’insegnamento fondamentale del Buddhismo è l’insegnamento della transitorietà, o cambiamento. La verità fondamentale per qualsiasi esistenza è che tutto cambia. Nessuno può negare questa verità, e tutto l’insegnamento del Buddhismo si compendia in essa. Ecco l’insegnamento per tutti noi. Dovunque si vada, questo insegnamento è vero. Esso è anche inteso come l’insegnamento dell’”inesistenza del sé”. Poiché ogni esistenza è in costante cambiamento, non c’è alcun sé permanente. […]
Se non si accetta il fatto che tutto cambia, non si può trovare la quiete perfetta. Sfortunatamente però, per quanto vero, è difficile per noi accettarlo, e siccome non sappiamo accettare la verità della transitorietà, soffriamo. Dunque la causa della sofferenza è la nostra non accettazione di questa verità. L’insegnamento della causa della sofferenza e l’insegnamento che tutto cambia costituiscono quindi due facce di una stessa medaglia. […]
Bisogna trovare l’esistenza perfetta attraverso l’esistenza imperfetta. Bisogna trovare la perfezione nell’imperfezione. Per noi la completa perfezione non è differente dall’imperfezione. L’esistenza eterna esiste in virtù dell’esistenza non eterna. Nel Buddhismo è una concezione eretica aspettarsi qualcosa al di fuori di questo mondo. Noi non cerchiamo qualcosa oltre noi stessi. Dobbiamo trovare la verità in questo mondo, attraverso le nostre difficoltà, attraverso la nostra sofferenza. Ecco l’insegnamento fondamentale del Buddhismo. Il piacere non è differente dalla difficoltà. Il bene non è differente dal male. Male è bene; bene è male. Sono due facce di una stessa medaglia. Perciò l’illuminazione deve essere nella pratica. Ecco il giusto intendimento della pratica e il giusto intendimento della vita. Quindi, scoprire il piacere nella sofferenza è l’unico modo di accettare la verità della transitorietà. Se non imparate ad accettare questa verità, non potete vivere in questo mondo. Anche se tentate di sfuggirle, il vostro sforzo sarà vano. Se credete che ci sia qualche altro modo di accettare l’eterna verità che tutto cambia, vi illudete. Ecco l’insegnamento fondamentale su come vivere in questo mondo.»
[ Da: Shunryu Suzuki-roshi, “Mente zen, mente di principiante“ ]
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