Paragonare la mente, l’interiorità nel suo complesso, a un lago quieto e calmo è un esempio che in ambito spirituale e, soprattutto, meditativo, ricorre spesso. Questo perché la trasparenza è una delle sensazioni oggettive fondamentali per chi si occupa di ricerca interiore. Come annientare l’ignoranza? Con la consapevolezza, è ovvio, che nel nostro caso è pressoché sinonimo di meditazione.
«Il benessere della mente è come un lago di montagna senza increspature. Quando il lago è piatto, si riesce a vedere tutto quello che contiene. Quando invece l’acqua è agitata non si riesce a vedere nulla. Il lago tranquillo senza increspature è un’immagine della nostra mente a proprio agio, talmente colma di infinita amicizia per tutta la spazzatura che sta sul fondo da non farci sentire la necessità di agitare le acque soltanto per evitare di guardare quel che c’è sotto.
Per non fare del male bisogna essere risvegliati. In parte significa rallentare abbastanza da prestare attenzione a ciò che diciamo e facciamo. Più osserviamo le nostre reazioni emotive a catena e comprendiamo come funzionano, più è facile trattenersi. Essere risvegliati, rallentare e prestare attenzione diventa un modo di vivere.
Alla radice di tutto il male che facciamo c’è l’ignoranza. Attraverso la meditazione, cominciamo a disfarlo. Se vediamo che non abbiamo consapevolezza, che raramente ci tratteniamo, che il benessere che abbiamo è poco, non si tratta di confusione, si tratta dell’inizio della chiarezza. Man mano che i momenti della vita si snodano, la nostra capacità di essere sordi, muti e ciechi non funziona più così bene. È interessante notare che, invece di renderci ancora più ansiosi, questo processo è liberatorio. È la liberazione che avviene naturalmente quando siamo completamente qui, senza essere in ansia per l’imperfezione.»
(Da: Pema Chodron, “Se il mondo ti crolla addosso. Consigli dal cuore per i tempi difficili“)