A che pro cimentarsi con i racconti, per svagarsi? Mentre leggere aneddoti può rivelarsi utile per cogliere al volo concetti che altrimenti sarebbe arduo afferrare, scriverli serve a trasmettere il senso della spiritualità senza essere costretti a illustrarlo. Un po’ come accade, più sinteticamente, con la poesia. Ma in guisa meno ermetica, sicuramente più suggestiva.
Insegnamenti
Che si voglia o meno ciascun aneddoto comunica sempre determinati messaggi. Idee o indicazioni veicolate dalle semplici trame e sviluppate senza compromessi di sorta. I criteri seguiti sono tanti, ma il primo è sempre quello di smascherare l’ipocrisia denunciandone gli aspetti più enfatici.
Qual’é il rapporto tra questi racconti e la meditazione? I racconti cercano l’essenza. Tentano di superare limiti e idiosincrasie della personalità per sceverarne il fondamento, il nucleo, il cuore.
A monte c’è sempre il carattere. All’apice come nel profondo esiste comunque la sorgente. Ribaldi d’ogni tempo sostengono che siamo l’habitus. Oggi la chiamano identità. Ma noi siamo innanzitutto la luce. Quel profluvio di coscienza che sorge d’ogni dove. Negli angoli più remoti, come tra i risvolti della consuetudine.
I racconti per meditare cercano, semplicemente, di risvegliare un po’ della nostra stessa consapevolezza.
Chi siamo?
Leggere per ritrovarsi, per scoprire chi siamo? Non è vero che siamo condannati a vivere nel tormento di non sapere chi o cosa siamo. Certo, se rinunciamo a investigare, o se la ricerca rimane superficiale, allora i riscontri d’ogni osservazione, o indagine, corrisponderanno comunque alle nostre stesse aspettative.
Tuttavia se lo spirito di ricerca per tentare di scoprire, nell’esercizio di solitudine interiore come nel confronto con gli altri, chi o cosa siamo, sarà indomito, cominceremo ad avere degli sprazzi di comprensione.
Guizzi, lampi di certezze, conoscenza intuitiva pressappoco intraducibile, ma che si può sempre indicare o esemplificare con un racconto …
Storie
Amo leggere gli antichi racconti orientali. Celano una saggezza millenaria che ti aiuta a comprendere meglio i risvolti più elementari della vita, quelli che ti sfuggono spesso perché li dai sempre per scontati. Li apprezzo altresì perché richiamano con una semplicità disarmante i temi più profondi della meditazione …
Tuttavia quelle presenti in queste pagine non sono storie sulla meditazione, ma racconti che ne richiamano i temi, la prospettiva spirituale che ne discende, la consapevolezza che si conquista, la compassione da cui si è, verosimilmente, gratificati.
Epilogo
Essere spirituali significa permettere che lo spirito dei racconti si manifesti. L’energia cosmica, che è vita intrinseca, di cui non so spiegarmene l’esistenza implicita, né tanto meno la manifestazione esplicita, ma che non è patrimonio di alcuno, nessuno che possa dirsene rappresentante senza millantarne fantasioso retaggio … lo spirito, che è libertà dal sogno, dalla dimenticanza … A proposito, “Le rane sono ok, ma non c’é bisogno di baciarle. (Mooji)”, … buona lettura.