Ciò che conta davvero sulla via della meditazione, ossia lungo il percorso che conduce dal tuo piccolo sé al non-sé – puoi riformulare il concetto come ti pare – è soprattutto l’osservazione. Anche se i soggetti su cui convergi potranno dimostrarsi più o meno utili, il principio fondamentale è la persistenza che applichi nel rimanere ancorato al tuo scopo. Ad esempio, focalizzare il flusso naturale del respiro. La chiave è la persistenza, un altro modo di definire la buona volontà in itinere. L’oggetto della tua attenzione – pur essendo importante – risulterà comunque secondario. L’anima del mondo è già qui, pronta a disvelarsi nella sua prorompente, e al contempo essenziale, superba vitalità.
Sulla via della meditazione
Lo sai che qui, dove ti trovi
è il luogo e il momento più indicato
per spiccare quel balzo all’incontrario
che ti proietterà verso quei lidi così ambìti
ove chiunque approdi scorge amici,
trova tesori sepolti in superficie,
incontra quasi tutti i vecchi amori,
ma pure nuove fiamme che dal nulla
leniscono i pensieri sofferenti,
ravvivan la dolcezza che nell’ora
possa avverarsi persino l’impossibile … lo sai?
Bene, quindi convergi sull’ignoto che respira
quand’è sfiorato da quel soffio delicato,
ma non attender che lì per lì ti accada … l’inaudito.
Semmai accogli quell’essenza benedetta
lasciando che la via si manifesti,
piova dall’alto o donde tu l’intenda,
tracci da sé il suo cammin gioioso.
Dunque persisti mentre l’ambito s’appressa,
pur non sapendo dove o come
né tantomeno quando.