La vita è un profluvio di dare e ricevere, ma l’oggetto del dare non dev’essere, necessariamente, un bene effimero. Ora considera lo scopo dell’interscambio come il flusso e riflusso della consapevolezza. Innanzitutto ricevi dall’esistenza il beneficio perentorio di tutta una serie di stimoli interrelati, ossia percepisci ciò che c’è già, l’amore cosmico. Dopodiché dona, a tua volta, quell’energia intrinseca sotto forma di accettazione silente dell’attimo che offre pace a chiunque ne voglia beneficiare.
Questa è l’alchimia del dare e ricevere. Tuttavia non considerarla come un esercizio, bensì un semplice gioco descrittivo di un miracolo senza inizio, nè fine. La vera meditazione, quella sostanziale, non può essere uno sforzo. La meditazione è una semplice apertura.
Dare? E perché, a chi? Ah, beh, sarà che non ho nulla che senta più che mio. Comunque, si tratta solo di un innocuo stratagemma. No, nient’affatto, è peggio del più evoluto dei bisturi che disseziona brandelli di coscienza. Cos’è che puoi donare se ora come ora non hai, per giunta, nulla? Attingi al “tuo” vuoto intrinseco e ben presto strariperai d’immenso.
Meditazione sul dare e ricevere
Grigio, ma così grigio
che non ha eguali.
L’umore è come il cielo,
l’amor che ti diceva: non ho confini…
sembra eclissato.
Ma dico, piove?
O invece – spero di no –
sei solo e solo tu
che poi ti piangi addosso?
Ma dai, che l’hai capito,
sono ancora le 6 (del mattino)
e quelle nubi
così propense a dare
ti elargiranno
lacrime di gioia.