Le parole, così come impiegate in una poesia, non hanno mai un senso univoco. Anzi, spesso e volentieri i versi distruggono la coerenza logica delle singole frasi per proporre, al tempo stesso, significati alternativi. Sicché la mente si arrende quasi subito. Smette di analizzare e tenta d’interpretare il contesto con più immediatezza. Si lascia guidare dall’intuito.
Meditare in solitudine
Solo, nessuno straccio d’anima
che ti circondi, che t’importuni.
Solo, senza pensieri,
senza nemmeno il ricordo
di ciò che fu! Chi sei, che diverrai?
Ora son qui
e il futuro mi sembra già avvenuto.
Solo, senza nessuno che in fondo poi mi piaccia.
Solo, senza l’amore
che ad ogni modo scaturisce un po’ dovunque.
Solo, nello spazio
– di dentro, di fuori, dappertutto –
che è quiete.
Sorge la calma e senza che l’avessi mai voluto
ti ritrovi solo. Non è meditazione? …
Solo, ma senza la benché minima traccia
di quell’assurda solitudine
che avverte chi … corre comunque
e non si ferma mai.