Uno dei luoghi comuni più ricorrenti nell’ameno panorama pseudo-culturale in cui siamo inevitabilmente immersi è che la luce provenga sempre dall’esterno. Ma ciò che è vero nella realtà fisica non è detto che lo sia altrettanto nel crogiòlo dell’infinitesimo, nel dominio dell’impercettibile, ossia nell’ambito della soggettività intrinseca, nel mondo eterico. Sicché cominci ad esplorare e t’inoltri. Anche se di primo acchito non trovi nulla considera che con la pazienza si schiuderanno i varchi introspettivi del mondo sovrasensibile. E rimarrai sorpreso dell’incredibile e variegata sorgente multicolore che potrai rinvenire sia nelle amene profondità del tuo intimo che tra gli affiori di tutto ciò che t’avviluppa.
Brillar di luce propria
Il fulcro, l’appiglio, l’eterico
che ti fa leva sull’anima
per aiutarti a risorgere.
Mentre stanco e dimesso
mi trascino pervaso da un fremito
che proviene dal nulla,
un brivido, ma né caldo né freddo
che scuoterebbe persino
il più sano o il più saggio
degli apprendisti yogi,
mi genufletto all’essenza di cui tuttavia
non ne intravedo la benché minima ombra.
Sicché l’immagino. Già, che vita disconnessa.
La pallida aureola di croci che ci sovrasta
creando un turbine, un vortice
che risucchia la mente, i pensieri,
non s’arrende nemmeno dinanzi
alla più semplice e immediata realtà.
Ma ora che sei rimasto
per tanto a lungo fermo,
fisso sul punto del non pensiero,
ali d’angelo, petali di rosa e gocce di rugiada
brillano tutti di una luce propria.