Ciò che sto per dirti è irrilevante, ma tant’è, meglio realizzare l’inconsistenza di qualche speculazione intellettiva che subire il frastuono del silenzio. Per non parlar poi di chi pretende di conquistare calma, serenità e tranquillità con fiumi di meri e fantasiosi indottrinamenti. Non si tratta – dunque – della solita predica sul destino, dell’importanza di non sprecare il tempo, del vantaggio di cogliere al volo il momento più propizio, nonché le opportunità che ogni occasione comporta. No, qui è in gioco il valore, la pregnanza della tua meditazione. Considera la pratica spirituale come una zattera. Un mezzo di trasporto utile per comprendere il segreto della vita. Un momento, quale sarebbe questo segreto? Beh, comincia con l’identificare la fonte, l’essenza da cui scaturisce tale splendore, o cotanto dolore… Ma come risolvi se prima non la fissi, non la scruti, non l’esplori? …
Ali
Le ali del destino sembravano farfalle.
Non eran carabàttole, usate lì per lì all’uopo di spostarsi,
bensì vive appendici che scandivano il ritmo
d’un tempo già lontano…
Così di tanto in tanto, quando il mio corpo si protende a destra,
cincischia un po’ per ritornare, infine, sui suoi passi al centro
e proseguir la breve corsa dall’altro lato della sua medaglia,
la via mancina che sostiene il mondo,
io, povero e incerto, tra i mille crespi della coltre angusta
che mi ricopre sempre quando tutt’intorno
c’è freddo, ghiaccio e la vita ci sfugge, dov’è, mi chiedo,
quella provvida fonte di cui ci parli tanto?
Caro showman, il vento già sussurra,
se la campana vibra, ne odo, ahimè,
i suoi ultimi, benèfici rintocchi
centellinar gli istanti per cui ti batti ancora
sino all’esordio della prossima venuta.