Con un titolo del genere si pensa subito a un esercizio spirituale. Il paradosso della situazione è che qualunque sia la via meditativa intrapresa bisognerà realizzare l’esatto contrario di una pratica, ovverosia la dimensione del non-fare, del puro essere, della quiescenza. Tu sei solo colui che riposa in se stesso. Per un brave lasso di tempo evita di disperdere le tue energie all’esterno. Astieniti persino dall’immaginare e attendi.
Prova subito. Sii consapevole e lascia che tutto accada senza intervenire. Stavi ascoltando della musica? Permetti alla sinfonia che emana dal riproduttore di saturare la tua coscienza e quando le note non si susseguiranno più rileva il silenzio. Consenti qualunque evenienza. Se ti addormenti non farne un cruccio. La peculiarità di questo specifico approccio è il seguente: tu non sei né l’oggetto né il soggetto della meditazione. Questa pratica consiste nel dimorare nella terra di nessuno per ricevere prima ed elargire poi tutti i vantaggi possibili: calma, equanimità, propensioni creative.