La pratica della meditazione richiede di coltivare la presenza di spirito, la consapevolezza. Se dapprincipio si tratta soprattutto di un leggero sforzo d’attenzione, del tentativo di non distrarsi senza motivo per rimanere aderenti a ciò che si sta facendo o a quanto accade in quel determinato momento, in seguito diverrà quasi spontaneo compenetrarsi o astrarsi dal contesto secondo le varie esigenze. Così come la meditazione implica e pertanto genera consapevolezza, la propria visione del mondo si trasforma evidenziando quasi subito quali siano i veri valori da seguire nonché propugnare.
Oggi ci interessiamo di politica. Negli ultimi decenni il suo esercizio è divenuto sempre più ignobile tradendo l’ideale democratico e generando precarietà e disuguaglianze estremamente accentuate. La democrazia è divenuta in prevalenza virtuale allontanandosi dai problemi concreti. La classe politica, trasformatasi in gretta e autoreferenziale casta paladina d’inconfessabili interessi privati, ha esasperato il mercimonio clientelare rasentando – come le cronache dimostrano – la corruzione. Ben al di là del tradizionale e fisiologico spoil system ha generato mostri d’ingiustizia, immoralità, crudeltà e talvolta persino depravazione. Oggigiorno – dicembre 2021 – le alternative politiche rette sono così poche o minoritarie che una loro rivalsa incruenta mi sembra difficile. La consapevolezza può accelerare una presa di coscienza collettiva?
Chiudi gli occhi. Contempla gli ideali di giustizia. Immagina un mondo più equo, solidale e compassionevole: l’insulsa casta sarà spazzata via da un tornado di democrazia reale.
Ovviamente comportati nel migliore dei modi possibili.