Rimanere in silenzio non implica sopprimere alcunché. I pensieri suscitati da una determinata evenienza sono liberi di attraversare come piccole nubi il cielo limpido della propria coscienza. Andrebbero solo osservati, ma con distacco, senza attribuirgli eccessiva importanza.
Per cogliere o realizzare il vero silenzio bisogna soprattutto evitare, ossia astenersi, dal pensare volontariamente. Riguardo la postura, io prediligo sedere in modo semplice, preferibilmente su uno zafu, cioè un cuscino previsto espressamente per la meditazione. Se l’attenzione si sposta casualmente sul respiro, cosa abbastanza probabile in mancanza di altri stimoli, ebbene seguo il respiro per poi tornare, non appena possibile, all’idea fulcro di questo esercizio: l’assenza di pensieri.