Ieri un amico mi ha detto: “Sono innamorato della meditazione; leggo libri su libri; conosco a menadito decine di tecniche, le ho praticate per brevi periodi; ho vissuto episodi di vera e propria beatitudine; ma ora, a distanza di anni, nonostante la mia propensione sia ancora immutata, vivo un’impasse, mi sono arenato. Puoi offrirmi il tuo parere? Come uscirne?”.
“Beh, è una situazione molto comune”, gli ho risposto. “Hai tralasciato l’essenziale, il vero scopo della meditazione, che poi è il fulcro attorno a cui ruota il business meditativo, ossia il marketing della pseudo-religiosità tout court. Hai dimenticato il rilassamento. Il mio insegnante, era un monaco zen, mi suggerì di provare con l’immaginazione. Pensa, ad esempio, di trovarti su un altro pianeta, completamente isolato, senza nessuno intorno, sotto un cielo lievemente azzurro, disteso … Prova, ma non addormentarti. Pensa solo a rilassarti. Tu comincia con l’intenzione, il resto seguirà da sé.”
In genere, nelle cosidette tecniche, si afferma o si sottende che il relax, ossia il “fermarsi”, il “lasciare andare” o “mollare la presa”, dir si voglia, cui consegue la presa d’atto dell'”adesso”, del “qui e ora”, nonché altri numerosi, direi sovrabbondanti, forse persino eccessivi, clichè meditativi, che in realtà sono solo modi diversi di esprimere il medesimo concetto, ossia vivere l’istante … Dicevo, si ritiene che il relax sarà l’inevitabile conclusione del metodo.
Purtroppo, quasi nessuno va davvero fino in fondo, quasi nessuno reitera periodicamente, perlomeno tutti i giorni, con la debita costanza. Ci si ferma prima o si salta – come rane – a un approccio alternativo, alla tecnica successiva. È per questo che amo le rane. Perché, a mio avviso, sono il simbolo della mente che mente, che finge di meditare, ma poi salta di continuo, di palo in frasca. Come esempio non è molto elegante, ma rende l’idea.
Quindi, per farla breve, ricomincia con l’intento di rilassarti. Dapprincipio tienilo bene in mente. Il resto, la percezione dell’energia eterica, l’intuizione di fatidici mondi astrali, il soccorso di svariate entità benevole, la manifestazione di sublimi entità angeliche, la beatitudine di uno pseudo-nirvana ancorché immaginifico, sono tutti elementi della pur sacrosanta nuova cornice mentale che concorrono a delineare ossia giustificare l’attuale status psichico.