Il risveglio è un tema centrale nella meditazione, ma cosa significa davvero? In questa pagina troverai una selezione di aforismi di maestri zen e saggi contemporanei che ti aiuteranno a riflettere su questa domanda. Scoprirai che il risveglio non è una conquista personale, ma un evento impersonale che accade nel processo fenomenico. Non è qualcosa che si può ottenere in una vita futura, ma solo qui e ora, nella pratica del riconoscimento della propria vera natura. Questi aforismi sono espressioni originali, frutto di una saggezza senza tempo. Ti invitiamo a leggerli con attenzione e a lasciarti ispirare dalla loro profondità e semplicità. Buona lettura e buona meditazione!
«Il risveglio non distrugge la vita, non la porta via, non la perde. Cionondimeno implica l’averla mollata. (Dogen, Zen razionale)»
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«Il risveglio è soltanto un accadimento impersonale, ma gli diamo il crisma d’un raggiungimento personale. Di conseguenza ci si pone la domanda: “Come ci si sente ad essere illuminati?”. Una tal cosa come una persona illuminata non esiste. Il risveglio è solo un evento come un altro. C’è un’inondazione, un incendio, un terremoto; e c’è il risveglio, come una cosa che accade a tutto il processo, completamente parte del processo fenomenico. (Ramesh Balsekar)»
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«Anche se esistono innumerevoli insegnamenti che spiegano come conseguire il risveglio in una vita futura, quasi tutti non sono altro che espedienti. Il vero insegnamento è che non c’è semplicemente alcun insegnamento superiore alla vera pratica del risveglio alla propria vera natura qui e ora. (Hakuin)»
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«Saggezza vedica – “Semplicemente avviene” – Ramesh S. Balsekar – L’autorealizzazione – o risveglio – non è nient’altro che la comprensione più profonda possibile che non c’è un attore individuale di nessuna azione, né tu né nessun altro; nello stesso modo non sei il pensatore di nessun pensiero, né lo sperimentatore di nessuna esperienza: semplicemente avviene. Quando accade, non ci sarà nessuna luce luminosa che ti brillerà in testa! [Ramesh S. Balsekar]»
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«Saggezza buddista – Che cos’è un mantra? – Un mantra non è come una preghiera a Dio. Piuttosto, il mantra è Dio, è risveglio, immediatamente manifesto. (Lorne Ladner, “La ruota della grande compassione”)»
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«Quando siamo in uno stato di risveglio, le energie sono notate più come una “pienezza”, che è alla radice persino della situazione più comune, ma non può essere afferrata o reclamata, perché l’ego non è in una posizione di potere. Nello stato non risvegliato, l’ego esercita il potere su queste energie manipolandole, trattenendole. Questa forza è il costante, ossessivo, perseguimento dell’ego, conscio o inconscio. L’avidità per il piacere o l’esperienza spirituale è la stessa manipolazione dell’energia. (Robert Boldman, “Alchimia dell’amore”)»
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«Tutti i tipi di tendenze abituali sono connessi all’aggrappamento a ciò che siamo. La gente divorzia perché pensa di poter trovare un compagno migliore; cambia ristorante perché pensa di poter trovare del cibo migliore e più economico. I modelli abituali dell’ego funzionano in questo modo. La nozione di risveglio è un senso di libertà da questi modelli comportamentali. E il mezzo per raggiungere la libertà è la pratica della meditazione seduta. Nella pratica della meditazione seduta esaminiamo il cuore e manteniamo una buona postura; quando combiniamo cuore e corpo in questo modo, scopriamo di emulare il Buddha, ossia il modo corretto di essere. Poscia cominciamo a sviluppare compassione verso noi stessi, piuttosto che aggrapparci e basta. (Chögyam Trungpa)»
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«Il Buddismo è veramente il risveglio dall’illusione su noi stessi e sul mondo e la realizzazione di ciò che siamo, di ciò che è reale e di come le cose siano interconnesse tramite il karma, il nesso di causalità e così via. In un testo Dzogchen si dice: “Fin dall’inizio siamo tutti Buddha per natura, dobbiamo solo realizzare questo fatto”. Così nello Dzogchen l’intera pratica di ciò che chiamiamo la visione, la meditazione e l’azione riguarda il risveglio, non solo della nostra momentanea personalità, il “sé” con la s minuscola, ma la nostra vera natura di Buddha, la nostra natura originaria. (Lama Surya Das, “Vino vecchio, bottiglie nuove”)»
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«Stare tranquillamente seduto su un cuscino (in meditazione – ndr) giorno e notte cercando di raggiungere la buddità, rifiutando la vita e la morte nella speranza di realizzare il risveglio, tutto ciò è come una scimmia che cerca di afferrare la luna riflessa nell’acqua. Shoitsu (1202-1280)»
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«Parole del Buddha – “I saggi piegano sé stessi” – Dhammapada – Antefatto: un bimbo si fece monaco al seguito del Buddha a soli sette anni. Un giorno, mentre come novizio accompagnava il Maestro nella questua del cibo, osservò il lavoro degli irrigatori dei campi, dei fabbricanti d’archi e dei carpentieri, e pensò tra sé: «Se si possono piegare in questo modo le cose inanimate, perché io non posso nello stesso modo piegare la mia mente?». Fu così che si ritirò in un luogo adatto per meditare – per praticare o esercitarsi nella meditazione – e conseguì il perfetto risveglio mentre era ancora bambino.»
«Gli irrigatori incanalano l’acqua, gli arcieri flettono gli archi, i carpentieri piegano il legno; i saggi piegano sé stessi. (Dhammapada, 80)»