La meditazione tradizionale che contempla la bontà interiore è una pratica rigenerante, capace di infondere luce, gioia ed entusiasmo nella mente. In un’epoca in cui tendiamo a focalizzarci sui nostri errori, questa riflessione ci invita a riconoscere il desiderio universale di felicità che – comunque – ci unisce tutti. Partendo dall’amore verso noi stessi, possiamo estendere autentico affetto agli altri, creando un’intimità profonda con il mondo che ci circonda.
Praticare la “metta” (amorevolezza) significa allinearsi con valori antichi come apertura, consapevolezza e amore, connessi a una saggezza senza tempo. Questa meditazione non solo nutre la nostra vita interiore, ma ci permette di vedere l’unità di tutto ciò che vive, riconoscendo la bellezza del comune desiderio di felicità. Un percorso rivoluzionario verso la gioia, guidato da autori come Sharon Salzberg, che ci insegna a vivere con autenticità e compassione.
Pronto a trasformare la tua vita interiore? Inizia con la meditazione e scopri il potere dell’amore universale.
«Contemplare la bontà che è in noi è una meditazione tradizionale, fatta per portare luce, gioia ed entusiasmo nella mente. Al giorno d’oggi questa pratica può essere considerata piuttosto imbarazzante, perché spesso daremo importanza alle azioni inopportune che abbiamo compiuto, a tutti gli errori molesti che abbiamo commesso. Tuttavia, questa riflessione tradizionale non è un modo per accrescere l’orgoglio, è piuttosto un impegno per la nostra felicità, vista come fondamento dell’intimità con tutti gli esseri. Ciò ci riempie di gioia, amore e rispetto per noi stessi.
È significativo che quando pratichiamo la metta, cominciamo col dirigerla verso noi stessi. Questa è la base per essere capaci di offrire amore autentico agli altri. Quando amiamo veramente noi stessi, vogliamo prenderci cura degli altri, perché questo è ciò che più ci arricchisce e nutre. Quando abbiamo una vita interiore autentica, quando siamo vicini a noi stessi e agli altri, la visione profonda del nostro mondo interiore ci permette di unirci a tutto ciò che ci circonda, così che possiamo vedere chiaramente l’unità di tutto ciò che vive, comprendendo che tutti gli esseri vogliono raggiungere la felicità e che questo impulso ci unisce. Possiamo riconoscere la validità e la bellezza del comune desiderio verso la felicità e realizzare l’intimità sulla base di questo desiderio universale.
Se pratichiamo la metta e non riusciamo a vedere la bontà in noi e negli altri, allora riflettiamo sul desiderio fondamentale di essere felici, che sta alla base di tutte le azioni. “Così come io voglio essere felice, tutti gli esseri vogliono essere felici”: questa riflessione dà origine all’apertura, alla consapevolezza e all’amore. Quando ci impegniamo in questi valori, entriamo a far parte di una stirpe che si perde nella notte dei tempi. Le persone buone di ogni epoca hanno voluto esprimere l’apertura, la consapevolezza e l’amore. Con ogni frase di metta noi dichiariamo il nostro allineamento con questi valori.»
[ Da: Sharon Salzberg – “L’arte rivoluzionaria della gioia”]