A volte, durante la meditazione, emerge il bisogno di dirigere l’attenzione in modo più consapevole, come se fosse necessario allenare lo sguardo interiore a fermarsi in un’area più chiara della mente. In questo contesto, concentrarsi sulle sensazioni sottili, sia sonore che visive, non è un’evasione, ma un’opportunità per migliorare la qualità della presenza. L’ascolto silenzioso di ciò che si muove sullo sfondo della coscienza o l’osservazione priva di giudizio della luce interiore che a volte appare nel buio della quiete diventano una sorta di disciplina del sentire, un modo per lasciar andare senza sforzo le sovrastrutture mentali. La meditazione autentica non richiede risultati immediati né effetti speciali: chiede solo di sedersi, ascoltare e dimorare nel semplice fatto di essere, oltre i movimenti superficiali del pensiero. In questa condizione raccolta e serena, ciò che conta non è tanto ciò che si percepisce, ma la qualità della presenza con cui si vive il momento.
«Quando mediti, avere la tua attenzione e consapevolezza nella parte anteriore e superiore del cervello può aiutarti a concentrarti meglio e ad evitare il coinvolgimento con pensieri e influenze subconscie.»
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«Ascolta dentro di te per discernere i suoni sottili che sorgono nel tuo piano di consapevolezza. Qualunque suono tu senta, cerca gentilmente di sentire un suono più sottile dietro di esso. Continua fino a quando il suono più sottile che senti è costante e usalo come mantra di meditazione. Presumi che il suono sottile e costante che senti sia un aspetto della vibrazione Om che pervade l’Universo. Fai convergere attenzione e consapevolezza in esso, ed espanditi sempre in esso, poi vai oltre Om per risvegliarti alla pura coscienza.»
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«Se percepisci luce nel centro dell’occhio spirituale, lascia che la tua attenzione sia attirata da essa. Quando la mente è calma, puoi percepire una luce bianca chiara. Dovresti ignorare le percezioni di forme e altri fenomeni visivi prodotti dalla mente.»
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«Quando mediti, se ti sembra di non sperimentare nulla di significativo, rilassati. Siediti pazientemente, osservando e aspettando. Niente è più importante di ciò che stai facendo in quel momento. Impara a goderti il silenzio.»
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«Quando mediti, le percezioni mutevoli che hai non sono la tua vera natura. Sii soddisfatto solo con la conoscenza del Sé e con la realizzazione di Dio. Chi pensi di essere è un senso temporaneo e inaccurato di identità personale. Chiediti: “Che cosa sono?” fino a quando avrai scoperto la tua essenza permanente.»
[ Roy Eugene Davis – Traduzioni di Furio Sclano – Centro di Consapevolezza Spirituale – kriyayoga.it ]
– Roy Eugene Davis (amazon)
– Roy Eugene Davis (macrolibrarsi)
– it.wikipedia.org (Roy Eugene Davis)
– Il sentiero spirituale del Kriya Yoga
– Traduzione di Furio Sclano
Conclusione
Non serve inseguire immagini, né aggrapparsi ai frammenti sonori che affiorano nella quiete. È sufficiente fermarsi, respirare, e lasciar che la presenza si faccia vigile ma distesa. Ogni attimo che dedichi al silenzio consapevole è già un passo che ti riporta a casa, lontano dai clamori mentali, vicino a ciò che sei davvero. La meditazione non è una meta, ma una dimora: semplice, essenziale, intima. Ed è lì, nel cuore stesso di questa sobrietà, che il senso profondo della tua ricerca si lascia intuire.