Il Sutra della Fede nella Mente (Hsin-hsin Ming) è una delle più antiche e influenti scritture Zen «meditazione». Di solito è considerato come il primo poema dello Zen. In particolare, ha un posto importante nella tradizione buddhista Ch’an. Autorevoli commentari furono scritti su di esso. Attribuito al terzo Patriarca Ch’an Chien-chih Seng-ts’an.
Un breve riepilogo introduttivo. Principi della via perfetta: liberarsi dall’odio e dall’amore, non concepire pensieri per o contro la via, non opporre ciò che si ama a ciò che non si ama, non inseguire le complicazioni esteriori né indugiare nel vuoto interiore, non fare scelte che fanno perdere la propria verità assoluta, non attaccarsi alle opinioni, non attardarsi nel dualismo, obbedire alla natura delle cose, conservare lo spirito sereno nell’unità delle cose, dimenticare il perché delle cose e raggiungere uno stato al di là dell’analogia, tornare all’origine e rimanere ciò che si è, non cercare la verità ma semplicemente mollare la presa. Essenza della via perfetta: vuota, lucida, illuminata, senza distinzione tra l’altro e l’io, senza limiti di regole e misure, in armonia con la via, in uno stato di quiete.
La via perfetta non conosce alcuna difficoltà,
se non che rifiuta ogni preferenza.
Solo quando è liberata dall’odio e dall’amore
si rivela interamente e senza maschera …
Una differenza di un decimo di pollice
e il cielo e la terra sono separati.
Se volete vedere manifestarsi la Via Perfetta,
non concepite pensieri, né per essa, né contro di essa.
Opporre ciò che amate a ciò che non amate.
Ecco la malattia dello spirito.
Quando sfugge il senso profondo della Via,
la pace dello spirito è turbata e non si è guadagnato nulla.
La via è perfetta come il vasto spazio.
Nulla vi manca, nulla vi è superfluo.
E’ quando si fa una scelta,
che si perde la propria verità assoluta.
Non inseguite le complicazioni esteriori.
Non indugiate nel vuoto interiore.
Quando lo spirito resta sereno nell’unità delle cose
il dualismo svanisce da solo.
E quando l’unità delle cose non è compresa fino in fondo
da due parti la perdita è sopportata …
Fraseologie, giochi dell’intelletto …
Più ce ne lasciamo prendere e portare lontano,
più ci perdiamo.
Allontaniamoci quindi dalla fraseologia
e dai giochi dell’intelletto …
Non c’è luogo in cui non si possa passare liberamente.
Nel momento in cui siamo illuminati in noi stessi
oltrepassiamo il vuoto del mondo che ci si oppone.
Non tentate di cercare la verità …
Cessate semplicemente di attaccarvi alle opinioni.
Non attardatevi nel dualismo.
Mollate la presa … lasciate le cose come possono essere.
Obbedite alla natura delle cose …
e siete in accordo con la Via.
Se un occhio non cadrà mai addormentato
tutti i sogni svaniranno da soli.
Se lo spirito conserva la sua unità,
le diecimila cose sono di una sola e medesima essenza.
Quando il profondo mistero di questa essenza
è scandagliato,
d’un tratto dimentichiamo le complicazioni esteriori.
Torniamo all’origine e rimaniamo ciò che siamo.
Dimentichiamo il perché delle cose
e raggiungiamo uno stato al di là dell’analogia.
Lo scopo ultimo delle cose,
là dove non possono andare oltre,
non è limitato da regole e misure.
Lo spirito in armonia con la Via è il principio d’identità
dove troviamo tutte le azioni in uno stato di quiete.
Ora nulla è trattenuto.
Non c’è più nulla che si debba ricordare.
Tutto è vuoto, lucido
e porta con sé un principio di illuminazione.
Nel più alto regno della vera essenza
non ci sono più né l’altro né l’io.
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