Anche stavolta la consapevolezza e la meditazione si dimostrano le chiavi di volta della nostra ricerca. Nell’insegnamento di Sharon Salzberg, ci viene ricordato che la ricerca di stabilità e sicurezza in un mondo in costante cambiamento è destinata al fallimento. La consapevolezza ci invita ad abbracciare tutti gli aspetti della nostra esperienza, senza resistenza. Abbandonando il desiderio di controllare la vita e accettando la sua impermanenza, apprendiamo ad aprire il cuore e a connetterci incondizionatamente con ciò che accade, praticando l’amore e l’accettazione profonda. La meditazione ci offre gli strumenti per sviluppare questa capacità di connessione, aprirsi e amare con consapevolezza, in ogni momento della nostra vita. Leggiamo, ora, nei dettagli, come argomenta tutto ciò Sharon Salzberg.
«Possiamo cercare ciò che è stabile, privo di cambiamento e sicuro, ma la consapevolezza ci insegna che una simile ricerca non può avere successo. Ogni cosa nella vita cambia; la strada verso la vera felicità è quella che integra e accetta pienamente tutti gli aspetti della nostra esperienza. Questa integrazione è rappresentata dal simbolo taoista dello yin yang, un cerchio mezzo scuro e mezzo chiaro.
Al centro dell’area scura c’è un pallino chiaro e al centro dell’area chiara c’è un pallino scuro: anche nelle tenebre più profonde la luce è implicita, anche nel cuore della luce l’oscurità è compresa, riconosciuta e assorbita. Se nella vita le cose non vanno bene e soffriamo, non siamo sconfitti dal dolore o privati della luce; se tutto va bene e siamo felici, non stiamo tentando di difenderci negando la possibilità della sofferenza. Quest’unità, o integrazione, deriva dall’accettazione profonda dell’oscurità e della luce e, quindi, dalla capacità di risiedere in entrambe allo stesso tempo.
Lo scrittore inglese E. M. Forster ha iniziato uno dei suoi romanzi con un’epigrafe di tre parole: “È sufficiente connettersi”. Esprime perfettamente il salto che dobbiamo fare da una visione del mondo a un’altra, se vogliamo trovare una felicità attendibile. Dobbiamo abbandonare il tentativo di controllare i cicli del piacere e del dolore, che sono incontrollabili, e imparare invece come connetterci, aprirci e amare, indipendentemente da ciò che accade.»
(Da: Sharon Salzberg, L’arte rivoluzionaria della gioia)
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