Un breve – succinto ed estemporaneo – racconto in itinere; nel senso che l’esposizione è foriera di ulteriori sviluppi e, ovviamente, di numerosi approfondimenti. Me lo ha suggerito, previa richiesta, la Bing Chat, l’intelligenza artificiale sull’omonimo motore di ricerca … La sua formulazione, soprattutto per coloro che sono già adusi a siffatto genere di congetture, potrebbe sembrare relativamente scontata, ma leggeremo, subito dopo, le conclusioni cui giunse la nostra benamata, diletta amica, la rana zen, per districarsi nella giungla dell’incongruo che, ahimè, ha invaso, inopinatamente e addirittura in guisa incontenibile, le nostre abituali perifrasi spirituali. Chiaro? Spero di no, leggiamo …
Un uomo si avvicinò a un maestro zen e gli chiese: “Maestro, come posso trovare la pace interiore?”.
Il maestro rispose: “Rimuovi ‘io’ e ‘trova’ e la pace interiore verrà da sé”.
Fonte: questa storia è stata raccontata in molte varianti e in diverse lingue.
Bene ma la rana? … Quella si è nascosta tra le pieghe dell’opportunismo mediatico. Perché un conto è declamare a tutto spiano siffatti barlumi di artefatta ed estemporanea saggezza pseudo-orientale; quindi atteggiarsi a presumibili maestri d’inopinata, se non furtiva, sapienza; dopodiché dialogare o predicare ed esortare … ben altro è centrare i propri obbiettivi e, di conseguenza, comportarsi adeguatamente nei frangenti più concreti.
Or dunque la rana zen, tentando di defilarsi dall’ingrato compito assegnatole, in tal guisa, dal famigerato blogger ricercatore, rifletté: “Oddio, e la pace? Nulla, la pace c’è già, solo che là fuori ne potrai rinvenire, al massimo, i suoi blandi e stucchevoli riflessi. Meglio una sana battaglia con lo zero che alle prime avvisaglie di contesa dispiegherà le sue iperboliche ali verso i prosperosi lidi dell’amore. Quali lidi? Quelli che hai appena lasciato, ma che nel fervore della tua mirabolante e indefessa ricerca hai dimenticato di vivere appieno”.
Come meditare, infine, per incontrare la pace interiore? Quello con la pace è un rendez-vous che dapprima è programmabile con degli espedienti – la pratica di meditazione vera e propria – parzialmente spontanei e che solo in seguito accadrà senza la benché minima pianificazione. Vediamo un po’: credi, forse, che tu debba soffermarti – vagheggiare, sognare – giardini costellati di rose o, pardon, splendidi loti che emergono da un’esotica palude lacustre? No, nient’affatto, semmai prendi – per un periodo di tempo specifico – le distanze da tutto ciò che ti circonda, concentrati sul vuoto, ossia contempla la vacuità, medita sull’assenza …