Qualche ulteriore cenno, più che altro un richiamo, sull’utilità di meditare rivolgendo l’attenzione al flusso spontaneo del proprio respiro. In particolare una chicca per coloro che incontrano qualche difficoltà: lascia che il corpo respiri da sé, che scelga e poi rispetti le sue pause, quella tra inspiro ed espiro o viceversa. Seguono pochi versi che altrimenti, se l’argomento non fosse stato di tuo interesse, forse non avresti mai letto. Una sola raccomandazione. Tutto ciò potrebbe avvicinarti al vuoto interiore. Persevera e ne scoprirai ben presto la sua vera, benefica natura.
Quell’erta china
L’angolo in cui il sol t’illumina,
ma non ti abbaglia mai;
là, dove la pioggia ti sfiora,
eppure non ti bagna;
nel luogo in cui ogni vento
non soffia ma si sente.
Con la freschezza intrinseca di quella verde mente,
qui, nel bel giardino dove il pensiero tace,
ora che vedi il mondo con l’occhio di chi sente
incrocia le tue mani per stare un po’ connesso,
lo stesso fa’ coi piedi sedendo, eppur dimesso,
non darti pena affatto, per nulla o per nessuno,
mentre rilassi il mento per coglier ‘si d’acchito
l’andirivieni del … lo sai, del tuo respiro lento.
Prova e riprova fintantoché nel mentre
il focus si concentra sul punto che non c’è,
per realizzare il sogno di ciò che non speravi,
salir quell’erta china per poi sorrider sempre.