E se esistesse in noi un rifugio interiore così saldo da resistere a qualsiasi imprevisto? Nell’incessante fluire dell’esistenza, dove l’attimo sfavorevole può sempre manifestarsi, la nostra tendenza è quella di affannarci per prepararci all’incerto, senza considerare che la vera stabilità non si costruisce all’esterno. Il sentiero spirituale non sollecita un’accumulazione di meriti o di conoscenze auliche, ma piuttosto un semplice e costante atto di reminiscenza. Esiste, al di là del mondo dei sogni e delle voglie impudenti, un fulcro di quiete, un centro di gravità permanente nel nostro essere. La pratica della meditazione consiste proprio in questo: orientare la nostra attenzione verso la sua indubbia esistenza, permettendogli di emergere come per incanto, quale nuova e salda sensazione, persino nel cuore del dubbio e del dileggio.
L’attimo sfavorevole è sempre dietro l’angolo. E se l’imprevisto – un contrattempo – stesse per accadere? Potrebbe coglierti impreparato e non riusciresti a porvi rimedio. Sicché rifletti, sei ancora in tempo. Dedicati con tutta l’energia possibile alla cura dell’insieme biopsichico con cui sei attualmente identificato. Rammenta, altresì, che per progredire spiritualmente non hai bisogno d’acquisire alcun merito. L’unica circostanza che dovresti ricordare – una vera e propria meditazione – è l’indubbia esistenza di un centro.
Per incanto
Per incanto
tra i corpi flessuosi
sinuosi
tra le voglie impudenti
nel mondo dei sogni
alla luce di poche briciole di coscienza
emerse come per incanto
una nuova sensazione.
Nel cuore del dubbio e del dileggio
per i miti della conoscenza
aulica, una corte di banalità;
emerse il suo centro.
Nel silenzio e nella quiete
dell’inconoscibile,
del senza nome
e privo di forma,
una, come dire, occasione
per le rondini
in primavera.
Nidi,
inossidabili nidi d’acciaio.
Epilogo
Come rondini in primavera che cercano un luogo sicuro dove posarsi, così la nostra coscienza anela a un punto di sosta nel suo incessante volo. La rivelazione più profonda è scoprire che questo rifugio non deve essere costruito con sforzo, ma è già presente, saldo e indistruttibile. Questi “nidi inossidabili d’acciaio” rappresentano la natura del nostro centro più intimo: una fortezza di pace che non può essere scalfita dagli eventi esterni perché dimora nel regno del senza nome e del senza forma. Quando emerge, nel silenzio dell’inconoscibile, offre un’occasione unica di riposo e di prospettiva. Dimorare in questo spazio non significa fuggire dal mondo, ma trovare al suo interno un santuario di quiete dal quale osservare ogni cosa con equanimità, certi di avere un luogo sicuro a cui fare sempre ritorno.