La meditazione è, per sua stessa natura, una pratica ultrasensoria. Mentre gli approcci sono tanti e gli sviluppi possono imboccare le vie più diverse, gli approdi conclusivi sono sempre al di là dei cinque sensi fisici. Tuttavia ciò non implica che ci ritroveremo, subito e necessariamente, nel campo della trascendenza. Semmai, specialmente dapprincipio, potremmo scoprire d’esser caduti – o saliti? – dalla mente nella mente. Meditare corrisponde a percorrere e ripercorrere questo circolo vizioso che potrà essere abbandonato solo quando ci renderemo conto che siamo noi stessi a generarlo con i nostri ricorrenti interminabili e desideri.
Meditazione ultrasensoria
Cerca lo spirito.
Chiudi gli occhi,
non pensare a nulla,
rimani lì, fermo, ma soprattutto in silenzio.
Quando inizi a centrarti
– l’energia si sommuove
e la meditazione comincia a dare i suoi frutti –
taluni tra coloro che ti stanno più attorno,
pressoché infastiditi, ti daranno addosso.
Ma quest’aurora è così trasparente
che le inquietudini causate dalle avversità
eccezionali o del momento
ti sembreranno fumo, irrisorie, uno scherzo.
Ritirati nel luogo calmo,
nell’eremo senza pareti,
nel giardino interiore
che non richiede sforzi, ma solo un po’ di coraggio.
Cerca lo spirito.
Chiudi gli occhi,
non pensare a nulla,
rimani lì, fermo, ma soprattutto in silenzio.