La meditazione ti consente di raggiungere una certa levità di spirito, ma per riuscirci devi incamminarti sul sentiero più adatto, più confacente alla tua attuale sensibilità. Purtroppo non è così semplice individuarlo, se lo fosse … la società sarebbe attraversata da fiumi di gioia, la fame si placherebbe con semi di felicità, la sete si spegnerebbe con gocce di speranza. Quali sono le chiavi della trasformazione? Rilassa il respiro, distenditi, calmati e rinuncia a pensare. Se dovessi sintetizzare con una super-formula la prassi meditativa direi:
Mentre tutt’intorno dorme o tace
medita sull’imponderabile silenzio
di ciò che accade o non accade
qui, ora, praticamente adesso.
Levità
Il lato comico della mia meditazione
è la riluttanza ad ammetterne
la pressoché totale inutilità.
Non è vero, sto mentendo,
non sono stato mai così a mio agio.
Sia che piova, faccia freddo, poi si geli
o Elios picchi giù come un dannato
c’è sempre un cantuccio
della mia coscienza che sorride.
Ecco il travet
che sogghigna giulivo,
mi ha affibbiato una sfilza d’adempimenti.
Ma io me ne burlo,
mi metto in fila e medito
sulla falsa riga di chi gioisce
solo perché vive.
Mentre lui cuoce dalla rabbia
che discende dall’odio
di non comprender
donde accidenti sorga
tutta questa bella levità.