Ci sono poesie che non hanno bisogno di essere introdotte, sia perché relativamente spontanee, sia perché altrimenti ne sminuiremmo l’impulso propulsivo: a indagare su se stessi; a contemplare i temi tratteggiati; a chiedersi, infine, che senso abbia questa sorta di ricerca introspettiva se non il mero scopo d’intrattenersi ulteriormente per evitare di dover ammettere che all’origine dell’ «enigma vita» non esiste soluzione teorica. La sola risposta che si può dare alla vita è con la vita stessa.
Col piglio del guerriero
Se vuoi trovare un senso a ciò che non conosci,
se vuoi lenire l’ansia per ciò che non comprendi,
se vuoi calmar te stesso per ciò che la tua mente
– se non lo strambo karma – ti ha reso di soppiatto,
affronta l’emergenza col piglio del guerriero,
di chi già certo di tutto ciò che vuole
sa come rilassarsi per scendere giù in fondo
sino alla sorgente ultima, colei che dà ristoro,
per risalire in alto la china vittorioso
sino al Sacro empireo della supercoscienza;
là dove l’ego diviene quasi un gioco
per elargir quei doni che Dio o non-Dio – equivale –
volle per chi … decise di ascoltare
la voce del silenzio che canta a squarciagola,
ma solo per coloro che sanno rinunciare
a sè, al proprio orgoglio, al velo inconsistente
che offusca le pianure, l’amor che regna sempre.