La meditazione non è una ricetta unica, quella lasciala alla religione unica, sia nel senso che tenta di primeggiare a tutti i costi sulle altre, sia perché è la sola che pretende di fregiarsi dell’imprimatur soprasensibile. La ricetta unica lasciala pure a coloro che adorano un unico Dio, ma solo come astrazione. Infatti quando potrebbero rispettarlo davvero in quanto riflesso nei loro simili, lo disprezzano e umiliano senza nessuna vergogna. La ricetta unica lasciala, infine, alla moneta unica, l’esclusivo appannaggio di un’unica, quanto degenere casta di rovinosi burocrati.
In realtà prima di scrivere stavo riflettendo sulle finalità delle mie osservazioni. Con il passare del tempo mi sono accorto che riproporre gli stessi temi triti e ritriti altrove sarebbe quasi inutile. Bene, d’ora innanzi indosserò per l’occasione un’altra maschera. In senso spirituale, ovviamente. La propaganda religiosa lasciamola, quindi, ai burocrati dello spirito che come quelli politici infettano tutto ciò che di buono e di bello non esista già nella vita. Qui ci occupiamo degli umili, di coloro che inseguono il beneficio degli altri come di se stessi. La meditazione non ha una ricetta unica, ma la sua essenza è, comunque, l’attenzione rivolta al momento presente.
Ciao Franco!
Parole sante! Ci proviamo tutti i giorni! Non rimarrò delus, prima o poi spero accadrà!
Grazie per i tuoi pensieri sempre attuali e al passo di chi cerca… di riuscirci!
Ciao. Filippo.