Il pellegrinaggio interiore può esser condotto solo da un viandante globale. Ci vuole spirito d’avventura, di ricerca, equilibrio, abnegazione, curiosità e coraggio. L’itinerario non è tracciato in anticipo, ma si delinea via via che le circostanze lo richiedono. Per adattarsi alle nuove situazioni che, per l’appunto, si presentano è indispensabile soprattutto conseguire una viva consapevolezza dei propri vissuti. Il premio finale consisterà nell’autocoscienza.
Per chi scrivo
Per chi scrivo, per uno sconosciuto, per il web? Scrivo per chiunque apprezzi le novità, sia alla ricerca, ma non sappia ancora bene che desideri, ovverosia cosa valga la pena di realizzare. Le conquiste esclusivamente materiali ti offrono certezze immediate, ma non durano affatto. Ti appaiono relativamente concrete, ma svaniscono come se nulla fosse. E’ probabile che se sei qui tu stia cercando qualche certezza più solida – intramontabile? –, ciò che permane comunque, un quid che non si dissolva tra le ombre dell’oblio, della dimenticanza, dell’incoscienza, ma che persista al di là dello spazio e del tempo.
Se fossi religioso
Bene, se fossi un religioso ti direi che stai cercando il calice della salvezza, o il centro attorno a cui ruota l’universo. Se fossi un filosofo ti direi che sei in preda al dualismo. Se fossi un politico ti proporrei valori in cui credere, degli oggetti o delle situazioni con cui identificarti, dei simboli da brandire e per cui combattere. Se fossi uno psicologo supporrei che stai tentando di dare un senso più profondo alla tua vita. Potrei, quindi, suggerirti di non limitarti alle apparenze, e gioire di tutto ciò che la vita amabilmente e gratuitamente ti offre. Se fossi un poeta ti esorterei ad afferrare l’attimo fuggente, a non lasciarti sfuggire o rinunciare mai all’amore; perché il vero senso della vita è soprattutto nei dettagli. Ma siccome sono un semplice meditatore, un illustre, quanto sconosciuto, signor nessuno, ti invito a chiudere gli occhi e prestare ascolto. Al canto degli uccelli? Al fruscio del vento che sospinge le nuvole? Amico, cerca sempre l’essenza, del silenzio come delle immagini; del pensiero, del respiro, di tutto ciò che fluisce e, per quanto ora tu lo ritenga improbabile, non s’arresta mai.
Meditazione
Questa meditazione consiste nel cercare ciò che permane al di là di qualunque cambiamento, nell’osservare se stessi sino a pervenire all’indistruttibile, all’inalienabile, a individuare l’elemento invariante della propria personalità. I fiumi defluiscono, le stagioni s’alternano, ma c’è qualcosa – in te – che rimane sempre identica a se stessa. Cercala, ricercala a spron battuto. Chiudi gli occhi e indaga. Anche se di primo acchito sembra che non ci sia un bel nulla, pazienta. Il respiro va e viene, ti apporta energia, poi sembra sparire. Le stagioni, sia quelle meteorologiche che della vita si alternano. Le albe succedono ai tramonti in un ciclo relativamente fittizio. Una sequela di fasi senza fine apparente che ruotano attorno ad un punto immaginario. Una serie irreale, ma capace di creare un vortice che inghiottisce l’effimero, il transitorio, per restituirti solo ciò che conta. Presta bene attenzione e impegnati nell’individuare quel che permane al di là di qualunque ipotetica fluttuazione, dell’aria, degli umori, cioè degli stati d’animo che comportano coinvolgimento o indifferenza eccessivi. Il nucleo di questa meditazione è il seguente. Cos’è che permane? Qual’é la qualità che non muta mai, che ti accompagna sempre e dovunque? Con il tempo, dietro il buio degli occhi, rinverrai una chiara luce indistinta. Una luminosità primeva, crepuscolare, o un’aurora, un nuovo mondo che albeggia, o l’antico, l’origine che si ripropone. Ma non basta. Durante questo pellegrinaggio interiore potresti incontrare la sorgente più profonda che esista. Una sorgente le cui chiare e fresche acque zampilleranno nell’intimo rigenerandoti spiritualmente. Tieni ovviamente presente che si tratta di metafore, espressioni simboliche, ma non per questo meno reali.
Epilogo
Vorrei sfatare un mito. La meditazione non è il bollettino della verità, non è una vacanza in un mondo di favole. Si tratta solo di un escursione. Straordinaria, si! Ma non per questo necessariamente mitica. Ciò che rinvieni o realizzi dipende soprattutto da te. Dalle tue credenze, dalle aspettative, dalla predisposizione insita. Il pellegrinaggio interiore non ha mai un epilogo. In apertura ho accennato alla possibilità che il premio finale sia l’autocoscienza. Ma in realtà non v’è meta. C’è solo centratura. E tu, cosa vorresti?
Grazie per la cortese attenzione.