Un sorvolo ravvicinato – in inglese fly-by, letteralmente volare sopra a – in astronautica è il passaggio ravvicinato di una sonda spaziale, ad alta velocità, in prossimità di un pianeta o di un altro oggetto celeste. Ma ora immaginiamo che l’oggetto celeste in questione sia la nostra stessa personalità. Cos’è, dunque, che dovremmo osservare, noi stessi, i pensieri, il flusso naturale del respiro, ciò che è così com’è?
E’ il massimo, meditare qui, sull’adesso, sul presente, ora. Lasciarsi andare sull’onda di ciò che accade, ma fermo, immobile – mentalmente concentrato – come una splendida statua di marmo, ma dopo una strenua corsa nel mondo dei mezzi-sogni come lo studio, il lavoro, le amicizie … Te lo prometto, farò di tutto per farti intuire quale sia il vero segreto sotteso alla meditazione.
Promesse
C’è chi promette la luna, o il successo. Ci sono coloro che promettono persino ciò che nemmeno conoscono … e la chiamano fede. Io mi riprometto solo di spiegarmi meglio. Come una foglia che cade, ma verso il cielo. Siamo esseri che camminano a mezz’aria, perlopiù convinti di procedere verso una certa meta, mentre invece giriamo in tondo ripercorrendo sempre i medesimi sentieri. Eppure, ora che hai deciso di sfiorare con un dito il cielo, ecco che ti ritrovi esattamente con i piedi per terra. Sì. perché la vera meditazione ti rende innanzitutto più concreto.
Il segreto
Bene, ma qual’é il segreto? Cos’è che accomuna tutti i tipi di meditazione se non di preghiera? Sia che reciti un mantra, che osservi il respiro, i pensieri, o che contempli un paesaggio, o più in astratto l’essere, l’elemento comune è la convergenza sull’attimo. Tuttavia considera che, di per sé, l’attimo muta di continuo. Ciò che dovrebbe rallentare, ossia tranquillizzarsi sempre di più è solo la mente.
Il mio metodo
Le “meditazioni” sono tante, c’è chi le chiama tecniche e ritiene che siano indispensabili, salvo poi abbandonarle spontaneamente; c’é chi, al contrario, le considera del tutto superflue. Per quanto mi riguarda io mi limito a osservare. Siedo e assumo una posizione equilibrata confacente con le mie attuali possibilità fisiche. Chiudo gli occhi e osservo tutto ciò che mi sovviene. Ossia pensieri, stati d’animo … A volte mi soffermo pure sui rumori del contesto. Ma ben presto convergo quasi esclusivamente sul flusso spontaneo del respiro. Dopo un breve lasso di tempo il respiro si calma da sé.
Integrazione
Esiste un nesso di causa-effetto tra l’applicazione dell’attenzione a un determinato oggetto di meditazione – nello specifico il flusso spontaneo del respiro – e l’espansione del proprio stato di coscienza? Il sentiero di colui che osserva, giorno dopo giorno – purché costante, preferibilmente a una determinata ora, nonché seduto con la spina dorsale eretta – dicevo, il sentiero di colui che osserva se stesso è analogo a quello di uno scalatore che s’inerpica verso la vetta del mondo. Quando la coscienza si eleva il panorama di entrambi, l’orizzonte esistenziale che possono scorgere, diviene via via più lontano! Meditazione è abbracciare il silenzio e la vivacità dell’infinito fino a ravvisarle persino nei dettagli, nella semplicità più immediata di tutto quanto non esista già, dell’immediato presente. Qualunque sia la strada che s’intende percorrere, l’obiettivo è sempre conseguire la calma. Senza la calma non esiste meditazione.
Epilogo
Il presente – che è la vera porta delle stelle – non puoi coglierlo direttamente con una scelta intenzionale. Tu ti concentri su ciò che accade e il presente si palesa da sé. Quindi immergiti in ciò che è il respiro, osserva come l’élan vital si riversi nel tuo essere interiore. Immagina di essere un’anfora che l’inspiro ricolma a partire dal basso, mentre l’espiro svuota a cominciare sempre dal basso. La perseveranza applicata giorno dopo giorno – anche se i risultati quali la calma, il benessere e il sorgere della forza interiore non si manifestano subito – e la volontà indirizzata sempre verso Il medesimo obiettivo premieranno senz’altro la tua incrollabile, ma serena determinazione.