Scava dentro. Dentro è la fonte del bene, fonte inesauribile, se ci scaverai sempre. (Marco Aurelio)
La meditazione è come un cratere ricco di ghiaccio ubicato nella landa superdeserta di un desolato pianetino intergalattico. Un luogo apparentemente buio quanto arido e vuoto, ma che custodisce il principio della vita medesima. Tuttavia, affinché rifletta il candore dell’essenza, dovrai portarne allo scoperto gli strati sotterranei più profondi che, al contrario di ciò che sembra, sono in realtà i più luminosi.
Meditare è fermare il tempo – 1
La meditazione non è filosofia. L’ora, l’oggi. l’istante, l’adesso, di cui si occupa la meditazione e verso cui convergere tutta la nostra attenzione, non sono frammenti ipotetici, ma la sola realtà possibile. Quando nasce un’idea non può che declinare in un breve arco di tempo. Certo, si sviluppa, ma non sarà più lo stesso fiotto d’origine.
Per meditare è necessario rapportarsi sempre e poi sempre all’attimo senza tempo, estrapolare l’istante dal suo passato, da qualunque pre-occupazione futura per esplorare la dimensione senza accesso, per sbirciare lo stato di coscienza originario senza cancello della pura mente, di colui o colei che è senza macchia e non ha – né potrà mai avere – alcun senso di colpa. Ti avvicini, osservi, gli dai una semplice occhiata e la tua energia, repressa lungo l’arco d’innumerevoli secoli in cui sei stato accusato e colpevolizzato d’ogni ignominia, se non del fatto stesso d’esistere, si erge come un simulacro di luce per segnalare l’inizio di un amore senza principio, nonché avulso dai miserabili calcoli di coloro che temono, giacché la reprimono, la vera vita spirituale. …
Meditare è fermare il tempo – 2
Bis, sono le 10,07. Ho appena espletato le mie mansioni più indispensabili e mi concedo la prima pausa meditativa della giornata. Ne parlo per illustrare come procedo. Innanzitutto mi fermo. Smetto di rimuginare. Anche se può darsi che qualche pensiero esplicito tenti ancora d’intrufolarsi tra le pieghe più estroverse della mia coscienza vigile, lo ignoro. Smetto pure di osservare, i rumori, il respiro, i battiti, Non m’intrometto più.
Se non penso, se non osservo, prima o poi convergo su me stesso. Bene, ora smetto d’interessarmi anche dell’io, del soggetto, della pseudo identità interiore. Sennonché il mio recipiente animico, o involucro psicologico, o semplicemente pensante, che in teoria dovrebbe essere cavo, mi trasmette l’armonia del senza-forma.
Ho indugiato un po’ troppo. Ho tanto lavoro da svolgere. Si, ma il tempo? Riprende rapido, come sempre, ma un po’ più in là, nell’immediata periferia.
L’onda, l’acqua e la meditazione
La mente può subire pensieri di rabbia, di amore, pensieri suscitati da sentimenti in apparenza contrapposti. Pensieri che lottano gli uni contro gli altri per tentare di sopraffarsi a vicenda nell’assurda convinzione che riuscire a prevalere comporterà un beneficio. Il flusso dei pensieri è indicato con il temine mente. Ma qual’é la sua essenza, qual’é l’essenza della mente? Così come l’acqua è l’essenza dell’onda e le formazioni mentali danno luogo a ciò che si definisce coscienza, la consapevolezza è l’essenza della mente.
La consapevolezza non è soggetta ad alcuna polarità. La consapevolezza è – parafrasando Thich Nhat Hanh – la natura stessa di tutto ciò che è la mente. Se vediamo soltanto la mente con i relativi pensieri di gioia o di rabbia, di felicità o – ahimè – delusione, soffriremo. Ma se percepiamo la consapevolezza alla base della coscienza, ossia della mente e del suo immenso background di sensazioni, esperienze e conoscenze e vediamo che tutti i pensieri, così come sorgono, ritornano alla consapevolezza – che è meditazione –, non abbiamo nulla da temere.
Epilogo
Sai perché la ripetitività ipnotizza e sembra o viene spacciata per meditazione? Di primo acchito potresti rispondere che dipende dalla sua funzione rilassante. Per inciso, è solo soporifera e deriva dal fatto che l’ambiente interiore – l’insieme delle aspettative – diventa uniforme, gli istanti successivi si succedono pressoché identici generando un finto senso di sicurezza che per l’appunto calma. Al contrario, via via che – con il supporto della meditazione – il valico della supercoscienza si fa sempre più accessibile, via via che ti avvicini ancor più al centro, la consapevolezza diventa la tua seconda pelle e il tempo riacquisisce la rilevanza che in realtà gli compete. Il tempo psicologico rallenta, il senso d’integrazione si espande, ti ritrovi viepiù a tuo agio.
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