Che io non provi risentimento,
che io sia libero dalla sofferenza mentale,
che io sia libero dalla sofferenza fisica,
che io riesca a proteggere la mia felicità.
Che tutti gli esseri non provino risentimento,
che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza mentale,
che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza fisica,
che tutti gli esseri riescano a proteggere la loro felicità.
(Brahmavihara)
Primi passi
Quali sono i primi passi verso la guarigione spirituale? Entrare in contatto con sé stessi, o attraverso sé stessi? L’angusta porticina interiore schiude il cancello dell’infinità cosmica. In realtà lo stesso concetto di sentiero è solo simbolico. Laddove sarà la nostra attenzione, passato e futuro convergeranno nel presente per realizzare l’unione, la sintesi armonica di tutti gli opposti.
Sofferenza
Sto attraversando un periodo di sofferenza fisica e ho deciso di riflettere sui possibili rimedi collaterali alle imprescindibili cure mediche. Ironia della sorte, la prima evidenza è la necessità di credere nelle cure che stai seguendo. Quindi fiducia nel medico e nei farmaci che ti ha prescritto. Fiducia nel fatto che la guarigione sopraggiungerà senz’altro. Ed anche se ora ti sembra piuttosto difficile o lontana, certezza che il benessere prevarrà sull’attuale malessere. Tutto qui?
Differenza
Qual è la vera differenza tra le due condizioni? Ebbene, ecco la seconda evidenza. Se soffri la tua energia sembra essersi bloccata. Proprio come se ti ritrovassi in uno stagno. L’acqua non defluisce. La pozza non si rinnova. Ti senti quasi vuoto. Persino l’aria che respiri sembra priva dell’usuale mordente. Al contrario, non appena sopravviene la guarigione, allorquando il tuo sguardo sembra posarsi soltanto su campi fioriti, e il fondo dello stagno non è più offuscato da un oscuro filtro opaco e stantio, ma distingui i brillanti contorni d’ogni sentimento, l’uscio dell’esistenza ti appare aperto. Boccioli in fiore dischiusi ammiccano silenti. E invece di proiettare ombre illuminano, finanche, le più segrete titubanze interiori. Tutto qui?
Guarigione
Come sei riuscito a riprenderti? Com’è che l’energia ha ricominciato a riversarsi, dai centri vitali del tuo corpo eterico in quello fisico? I metodi, ovviamente, sarebbero tanti. Per quanto mi riguarda sono ricorso ad una preghiera – sempre se così possa chiamarsi – interiore, silente e costante rivolta all’apice della coscienza, nel punto d’incontro e contatto tra evidenza implicita e trascendenza assoluta. Nel contempo ho prestato attenzione al flusso del respiro. Nota che siffatte concomitanze sono possibili solo quando non si verbalizza. Ebbene dopo qualche giorno durante cui mi rifugiavo spesso – d’altra parte non potevo fare altrimenti – in tale pratica, ho rivisto delinearsi un rinnovato e promettente orizzonte di limpida e splendente fiducia.
Epilogo
Anche se la vita è imprevedibile e dura, ciò non esclude che ci si debba comunque ripromettere il meglio: l’inizio di una rinascita spirituale; la riscoperta della gioia di condividere la conoscenza, la propria benevolenza; la capacità di ravvisare gli inesauribili doni di vita che in genere diamo per scontati, ma che, nel momento del bisogno, diventano àncora di protezione e fonte di rifugio; confidare che ciascuno risolva rapidamente e con successo ogni fugace, temporaneo malessere …