O Shariputra, la forma è vuoto
il vuoto è forma.
La forma altro non è che vuoto,
il vuoto altro non è che forma.”
“O Shariputra, tutto ciò che esiste
è espressione del vuoto;
non è nato né distrutto, né macchiato, né puro,
senza perdita e senza guadagno.
Poiché nel vuoto non c’è forma,
né sensazione, concetto, distinzione, consapevolezza.
Non occhio, né orecchio, naso, lingua, corpo, mente.
Non c’è colore né suono, odore, gusto, tatto, né alcuna realtà esistente …”
“Non c’è il regno della vista, né quello della coscienza.
Non c’è ignoranza, né fine dell’ignoranza,
non c’è vecchiaia né morte.
Non c’è sofferenza, né causa o fine della sofferenza.
Non c’è via, né sapienza, né accrescimento.
Non c’è accrescimento, perché i Bodhisattva
vivono nel perfetto intendimento, senza più alcun
ostacolo alla mente; senza più ostacolo e dunque
senza più paura.
Molto al di là dei pensieri illusori,
e questo è il Nirvana”.
Un commento?
Credo sarebbe meglio attenersi al titolo del Sutra e leggerlo con il cuore. Una sola precisazione è doverosa. Riguarda la natura del vuoto. In linea di massima non è ciò che gli occidentali suppongono che sia. La sua natura è essenzialmente positiva. Non è mancanza di alcunché. Tutt’altro. E’ pienezza assoluta, ricchezza, abbondanza, gioia, pace, serenità. E’ tutto ed il contrario di tutto in quanto, ovviamente, non è uno spazio fisico. Anche se non può prescinderne. Quello è lo spazio che si “conquista” con l’esercizio della pratica meditativa.
Una preghiera
Possano tutti gli esseri
ottenere la felicità
e la sua causa.
Possano tutti gli esseri
eliminare la sofferenza
e la sua causa.
Possano tutti gli esseri
dimorare nell’equanimità,
liberi da avversione e brama.
Possano tutti gli esseri
ottenere la gioia
pura dell’illuminazione.
Possa io
essere il mezzo per fare ciò.