Cos’è che cerchi davvero, figlio delle paludi di questo straordinario pianetino sperduto tra la moltitudine delle galassie di siffatto incommensurabile meta-universo? Va bene, mi sono espresso in guisa un po’ poetica, ma è d’uopo, non stiamo trattando di una qualche eccentrica filosofia, ma di noi stessi, della nostra straordinaria, ma nel contempo umile, quotidianità. Lasciamo che la risposta la dia il maestro zen Thich Nhat Hanh, una delle figure più lungimiranti e concrete che ci sia mai capitato di conoscere. Puntualizziamo solo che la ricerca esoterica della propria natura più intima non va condotta nella dimensione storica, non si tratta di un determinato arco temporale. L’indagine dovrebbe procedere esclusivamente in ambito soggettivo. Sarà dunque nostra premura osservare in profondità, non arrendersi alle prime avvisaglie di fiacca o impazienza, ma temporeggiare sino a smascherare la vera natura della realtà. Quale sarà mai? …
«Guardando la superficie del mare puoi vedere le onde che salgono e scendono. Le puoi descrivere con aggettivi: alta o bassa, grande o piccola, più o meno vigorosa, più o meno bella. Puoi descrivere un’onda in termini di inizio e di fine, di nascita e di morte; questo può essere paragonato alla dimensione storica, perché è nella dimensione storica che ci si occupa di nascita e morte, più potere o meno potere, più bellezza o meno bellezza, inizio e fine e così via. Osservando in profondità vediamo anche che le onde, allo stesso tempo, sono acqua.
Un’onda potrebbe mettersi a cercare la propria vera natura. Potrebbe soffrire di qualche paura, avere qualche complesso, potrebbe dire: “Non sono grande come le altre onde”, “Sono depressa”, “Non sono bella come le altre onde”, “Sono nata e dovrò morire”. L’onda potrebbe soffrire di tutte queste cose, di queste idee; ma se si china e tocca la propria vera natura si rende conto di essere acqua. Allora tutte le paure e i complessi scompaiono.
L’acqua è libera dalla nascita e morte di un’onda. L’acqua è libera da alto e basso, più bello o meno bello. Puoi parlare in termini di più bello e meno bello, alto o basso, solo se parli di onde; per quel che riguarda l’acqua tutti questi concetti non hanno alcun valore.
Noi non dobbiamo cercare Dio, non dobbiamo cercare la dimensione assoluta o il nirvana, perché noi siamo il nirvana, siamo Dio.
Tu sei ciò che stai cercando. Sei già quello che vuoi diventare.
Puoi dire all’onda: “Carissima onda, tu sei acqua, non serve che tu vada in giro a cercare l’acqua. La tua natura intrinseca è di non-discriminazione, di non-nascita, di non-morte, di non-essere e di non non-essere”.
Pratica come un’onda. Datti il tempo di osservare in profondità dentro di te e di riconoscere che la tua è una natura di non-nascita e non-morte; così facendo puoi aprirti un varco verso la libertà e l’assenza di paura. Questo metodo di pratica ci aiuterà a vivere senza paura e a morire in pace senza rimpianti.
Se porti in te un lutto profondo, se hai perso una persona cara, se sei pervaso dalla paura della morte, dell’oblio e dell’annientamento, ti prego, raccogli questo insegnamento e mettiti a praticare. Se pratichi bene sarai in grado di guardare la nuvola, la rosa, il sassolino o tuo figlio con quello sguardo che ci ha trasmesso il Buddha; entrerai in contatto con la vera natura della realtà: la natura di non-nascita e non-morte, di non-arrivo e non-partenza.
Questo può liberarti dalla paura, dall’ansia, dal dolore; allora potrai avere proprio quella pace che ti rende forte e stabile, che ti fa sorridere agli avvenimenti che accadono. Vivere in questo modo ti premetterà di aiutare molte persone intorno a te.»
(Da: Thich Nhat Hanh, “Il segreto della pace. Trasformare la paura, conoscere la libertà”)
– Thich Nhat Hanh, “Vita di Siddharta il Buddha” (macrolibrarsi)
– Thich Nhat Hanh, “Vita di Siddharta il Buddha” (amazon)
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– Thích Nhất Hạnh – Wikipedia