La meditazione è, in realtà, quanto di più lontano dalla preghiera si possa immaginare. Sia beninteso, non sto sminuendo la preghiera, ma tra i buoni propositi, quali ad esempio quelli di amorevolezza, benevolenza, se non compassione e il compimento dello stato d’animo effettivo per poterli concretizzare c’è un oceano. Quindi, per meditare sulla pazienza, non è sufficiente declamarla, ribadirla o contemplarla, ma è indispensabile realizzare un qual certo distacco e dimostrarlo poi nella reciprocità giornaliera. Leggiamo, a tal proposito, un bell’aneddoto del Dalai Lama…
«Un popolare aneddoto che i maestri tibetani amano raccontare ai loro studenti narra l’incontro tra un eremita e un pastore.
L’eremita viveva in solitudine sui monti.
Un giorno un pastore giunse per caso alla grotta dell’eremita e incuriosito gli chiese: «Cosa fai qui, solo, in questo luogo così remoto?»
L’eremita rispose: «Medito».
«E su che cosa stai meditando?» chiese il pastore. «Sulla pazienza» rispose l’eremita.
Ci fu un attimo di silenzio.
Dopodiché, il pastore decise di andarsene.
Fece qualche passo, poi si voltò verso l’eremita e gridò: «Vai al diavolo!»
«Che cosa? Ma vacci tu !» rispose seccamente l’eremita.
Il pastore scoppiò a ridere e ricordò all’eremita che si era appena dimenticato di praticare la pazienza!
L’aneddoto sottolinea come la pazienza non possa essere coltivata nell’isolamento: è infatti una qualità che può nascere solo in un contesto di interazione con gli altri, soprattutto altri esseri umani.
La spontanea risposta dell’eremita mostra quanto fosse fragile la sua crescita interiore, come il castello di sabbia di un bambino.
Una cosa è abbandonarsi ad appassionati pensieri di tolleranza e compassione nei confronti degli altri nel contesto privo di sfide dell’isolamento, completamente diverso è dare vita a questi ideali nell’interazione quotidiana con persone in carne ed ossa.»
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– Il Dalai Lama (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Dalai_Lama
– Frasi celebri del Dalai Lama