Nel punto più profondo di noi stessi, siamo permanentemente calmi, consapevoli e completi. La pratica della meditazione contemplativa ci permette di sperimentare coscientemente la nostra realtà innata. Raggiungere con successo il culmine della meditazione ci permette di risvegliarci da illusioni ed errate percezioni, e di conoscere Dio come realmente è. … E’ di grande valore, perciò, imparare a meditare efficientemente e con abilità.
Ogni persona ragionevolmente consapevole può imparare a meditare. Benché i molti effetti secondari psicologici e fisiologici siano migliorativi, lo scopo principale della pratica è di sviluppare le qualità dell’anima. Con questo sviluppo, la conoscenza innata e la consapevolezza di Dio diventano sempre più evidenti, e tutti gli aspetti delle nostre vite sono regolati e migliorati.
La meditazione è il processo semplice e naturale di ritirare l’attenzione dalle condizioni esterne e di dirigerla interiormente verso l’origine della consapevolezza: la coscienza dell’anima. Quando siamo stabili in questa coscienza, diventiamo soddisfatti. Dimorando in questo stato, si può dirigere l’attenzione verso le realtà trascendentali e comprendere direttamente la verità sulle stesse. La conoscenza del Sé ci permette di avere quella di Dio e dei processi cosmici, partendo dai livelli più sottili della manifestazione fino ad arrivare a quelli osservabili dei sensi.
Se si sperimenta con successo, la meditazione ci rimuove dai ciechi coinvolgimenti con le circostanze fisiche e mentali, permettendoci di percepire accuratamente noi stessi in relazione ad esse.
Meditare non è difficile. Per procedere scegliete un posto e un orario per la pratica regolare. Sedete con la schiena diritta e chiudete gli occhi. Siate centrati e in pace. Dirigete la vostra consapevolezza nella parte alta del cervello. Osservando interiormente, dirigete lo sguardo attraverso il punto in mezzo alle sopracciglia nella distanza dello “spazio interiore”. Lasciate che il vostro respiro fluisca naturalmente.
Pensate a Dio e alla vostra relazione con lui. Dopo un po’, smettete di pensare continuando a contemplare Dio. State seduti, aspettando e osservando, tanto quanto siete propensi a farlo, … Se potete, sedete e aspettate fino a che non sarete in grado di discernere un cambiamento di consapevolezza, e sperimentare un grado di tranquillità e di contentezza dell’anima.
Praticando regolarmente, senza essere ansiosi di avere risultati immediati o specifici, diventerete bravi nella pratica della meditazione. Non cercate di far accadere nulla. Rinunciate a desideri di avvenimenti soprannaturali, magici, o di altri effetti drammatici. Restare nella consapevolezza dell’anima, senza limiti dell’ego, sperimentando sempre di più la realtà di Dio. (…..)
Roy Eugene Davis
(Tratto dal libro: “Satisfying the heart’s sincere desire to know God as God is” – Csa Press 1995 – Traduzione di Furio Sclano)
– Roy Eugene Davis (amazon)
– Roy Eugene Davis (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Roy_Eugene_Davis
– Center for Spiritual Awareness (pagina in italiano)
– https://www.kriyayoga.it/it/
– Fonte: Furio Sclano
Commento del traduttore Furio Sclano e integrazioni
Questo articolo è tratto da un libretto che la CSA Press pubblicò nel 1995. Non è un libretto specifico sulla meditazione, ma in ogni caso l’argomento è ampiamente trattato.
L’esempio riportato dal sig. Davis può essere considerato come la “vera” esperienza meditativa, in quanto le tecniche di meditazione come ad esempio l’hong-sau (pronuncia: “Hon’ – so”) sono “strumenti” che hanno il solo scopo di concentrare l’attenzione in preparazione, appunto, dell’esperienza. Non è raro, infatti, che i praticanti confondano le tecniche con la meditazione vera e propria. Solitamente, le tecniche si fanno all’inizio; la meditazione vera e propria viene dopo.
Per permettere a chiunque legga questo articolo di poter sperimentare la pratica della meditazione, vi suggerisco una routine semplice che ognuno può seguire. Prima d’iniziare la descrizione, vorrei però specificare che la pratica di lunghe meditazioni introspettive non è consigliata a chi ha problemi gravi di depressione, allucinazioni ecc. Per queste persone, una breve applicazione di 5 o 10 minuti con lo scopo di rinfrescare mente e consapevolezza, è più che sufficiente.
- Iniziate con una preghiera. Rivolgetevi a Dio come siete in grado di comprenderlo.
- Respirate profondamente qualche volta, con lo scopo di allentare le tensioni.
- Praticate la tecnica “Hong-sau” come indicato:
- Concentrate l’attenzione nel punto in mezzo alle sopracciglia.
- Respirate regolarmente senza forzare in alcun modo il ritmo del respiro.
- Ripetete mentalmente la sillaba “Hong” (pronuncia “ Hon’ ”) mentre inalate e “ So “ mentre esalate. Osservate il flusso del respiro, non forzatelo.
- Andate avanti così per 10/15 minuti circa.
- Concentratevi ora sull’occhio spirituale come suggerito nell’articolo del sig. Davis e procedete come descritto.
- Quando vi sentite propensi, potete chiudere la sessione con una preghiera o un canto.
Il sig. Davis consiglia questo rimedio qualora l’attenzione “cada” durante la pratica:
- Aprite gli occhi, osservate un punto preciso davanti a voi.
- Non pensate a nulla su quello che state fissando, limitatevi ad osservare per qualche secondo senza pensieri.
- Riprendete con la pratica dell’Hong-Sau.
– Traduzione e note di Furio Sclano
– https://www.kriyayoga.it/it