Riportiamo, ora, una serie di riflessioni brevi e senza pretese. Considerazioni occasionali che interpretano, perlopiù, idee fugaci, sentimenti transitori, visioni utopiche. Chiunque desideri partecipare può scrivere alla redazione specificando indirizzo email, nickname e, il proprio breve, semplice pensiero.
Quel che chiamiamo crescita interiore non è uno sviluppo del nostro essere. E’ invece la creazione di condizioni ed esperienze tali da consentire alla nostra intimità di emergere ed affermarsi.
La spiritualità c’è già e non va acquisita, bensì ravvisata, ammessa e rivelata. E’ come un fiume sotterraneo il cui flusso segue uno specifico naturale percorso. Il fiume, in realtà, è un modo per rappresentare un processo della mente che intenta a esplorare il proprio mondo incontra una certa dimensione dell’essere, quella dell’eterno silenzio, la dimensione dell’assenza, e quindi della presenza assoluta. Tale arte dell’incontro è detta, anche, meditazione.
* * *
Non esiste differenza alcuna tra giustizia sociale o divina. Coloro che distinguono tra giustizia sociale e giustizia divina in realtà ambiscono soltanto ad esercitare un potere psicologico alternativo.
* * *
Il solo credere che possano esistere autorità religiose da affiancare a quelle civili è assurdo e pericoloso. La religiosità è un fenomeno individuale e non concerne l’ambito morale che compete, esclusivamente, alle autorità laiche.
* * *
I miti, le superstizioni da smascherare? Tante, troppe. Gli appunti sulla meditazione pubblicati gratuitamente in questo sito potrebbero apparire anticonvenzionali. Tra qualche decennio, con l’avvento dell’era robotica, forse sembreranno superflui. Per il momento sono ancora necessari.
* * *
L’opulenza economica non significa necessariamente civiltà. Quando si attribuisce troppa importanza al successo, alla competitività e al denaro, oppure agli interessi di classe a discapito delle esigenze dei singoli individui, del loro bisogno di sicurezza e fiducia, il risultato è scontato. L’eccessiva precarietà è mostruosa quanto l’esagerata tutela.
* * *
Le religioni tradizionali, che dovrebbero diffondere pace ed amore, generano, al contrario, seppur involontariamente, conflitti e odio. La religiosità meditativa, risultato di un’osservazione attenta del nostro piccolo mondo e rispettosa degli insegnamenti originali dei maestri spirituali più noti, tiene in alta considerazione chiunque perché: attenua le differenze sociali sulla base della reciprocità; unisce e insegna a condividere; indica una via concreta per superare l’identificazione con ciò che è condizionato e instabile; concepisce anch’essa un Assoluto o Nirvana, ma lo considera, nel contempo, sia immanente che trascendente.
* * *
Tutte le dichiarazioni affermative nei confronti dell’Assoluto sono insostenibili. Nella realtà non esiste alcuna differenza tra mondo dell’Assoluto e mondo dei mutamenti.
* * *
La non-violenza non è una decisione astratta in merito al proprio comportamento ideale e nemmeno una propensione psicologica, ma una conquista da realizzare coraggiosamente.