Peregrinando nel limpido e cristallino mar web ho incontrato un’antica leggenda. Non so se sia autentica o un racconto, né da dove provenga. La riporto sinteticamente.
In un tempo piuttosto remoto gli elefanti volavano ed erano in grado di cambiar forma secondo la loro volontà, come le nuvole. Un giorno, tuttavia, un gruppo di elefanti si posò sui rami di un albero straordinario, all’ombra del quale uno Yogi di nome Lungo Ascetismo istruiva i suoi discepoli. Ad un certo punto il ramo si spezzò. Precipitò sui discepoli, alcuni dei quali perirono. Gli elefanti dopo aver preso il volo si appoggiarono su un altro ramo; ma l’asceta, indignato, maledisse d’un solo colpo l’intera razza degli elefanti condannandoli a perdere entrambi i loro poteri, quello di volare e quello di cambiar forma. Perciò gli elefanti di oggi sono in realtà nuvole condannate a camminare sulla terra. E in India sono riveriti come esseri benedetti, portatori di fertilità e di vita, poiché l’arrivo delle loro cugine nuvole genera il dono della pioggia. (narrato da Heinrich Zimmer in Miti e simboli dell’India).
Il commento:
Questo Yogi era sostanzialmente un violento con un accentuato egotismo. La reazione lo tradì. Le circostanze fecero emergere la sua effettiva “spiritualità”. Evidentemente la sua “realizzazione” era relativa. Certo, conosceva a puntino l’esecuzione delle proprie tecniche ascetiche a cui si era aggrappato psicologicamente. Ma la vita vera, reale, vissuta?
L’egotismo è mellifluo, si nasconde tra le pieghe dei discorsi, dietro le parole dolci, nei gesti. Sovente ha persino la pretesa d’insegnare.
L’interpretazione esoterica del racconto potrebbe essere la seguente: gli elefanti, che riuscivano a volare nonostante il loro peso, dimostrando che le leggi fisiche non hanno per chiunque lo stesso valore o misura, ebbero la sventura di capitare sopra il gruppo. Influenzati negativamente dal magnetismo del gruppo caddero, furono attratti dalla terra.
I discepoli subirono quindi la punizione per aver preteso troppo. Infatti, il mondo spirituale gli piombò letteralmente addosso. E quelli che non erano ben preparati a ricevere cotanta e siffatta grazia, perirono.
Lo Yogi, che non aveva capito nulla, o fingeva, maledì gli elefanti dimostrando tutto il proprio rancore. La sua violenza, repressa, ancora non era stata affatto sublimata. La propensione compassionevole che si consegue con la meditazione è tutt’altra cosa, perdona.
Grazie per la cortese attenzione.