Che strano! La rana zen ha forse deciso di offrirvi un suo nuovo racconto? Non direi. È solo la cronaca del primo di una serie di succinti colloqui ch’ella ebbe con il suo più illustre maestro.
Trattandosi di un episodio zen, o quasi zen, è ovvio, potrebbe sembrare inconcludente, a tratti irrazionale e un po’ discontinuo. Ma i propositi dei maestri zen consistono proprio nell’interferire con la mente sognante dell’allievo, lasciandolo perplesso, per creare una pausa di silenzio, di sconcerto …
Il vero progresso
Dal basso della sua evidente pochezza e sospinta da intensa curiosità la rana pose al suo venerabile insegnante alcune semplici domande.
– Buongiorno maestro, sono lieta di rivederti. Come stai?
– Bentornata figliola. Che cosa desideri?
Brutto segno, si disse la rana, nessun accenno di cortesia.
– Sono venuta a chiederti un parere, maestro, sui miei progressi spirituali. Ho meditato molto. Ho cercato la calma, il silenzio. E l’ho raggiunto. Mi sento felice. Intorno a me vedo allegria, bellezza, festosità.
– Mia cara, mi sa che ti sei ottenebrata del tutto. Come fai a vedere tante sciocchezze? Stai ancora proiettando te stessa. Guardati intorno. Non vedi che disastro?
Ahi ahi, pensò fra sé e sé la povera rana. Si guardò intorno e vide solo tristezza.
– Maestro, la mia medicina?
– Apri gli occhi, figliola, apri gli occhi e ritorna solo dopo aver risposto alla seguente domanda. In che consiste il vero progresso? In senso spirituale, s’intende!
E voi, amici miei, in che consiste il vero progresso?