Sono cose che accadono. Un improvviso stato di calma e un insolito quanto perentorio benessere. Ma il colmo è che non lo stavo cercando. Né tantomeno mi ero adoperato a respirare consapevolmente o a meditare su alcunché. Ero lì e non sentivo nemmeno il bisogno di decifrarlo. L’unico pensiero che mi si affacciò alla mente fu la preoccupazione che svanisse. E in effetti svanì, si dileguò, ma mi lasciò una traccia su cosa potrebbe implicare la scelta di mollare, di tanto in tanto, la routine e rilassarsi sul ciglio di un accogliente tappeto erboso, a ridosso di un cielo così terso che tuttora non riesco nemmeno a immaginare.
Un improvviso stato di calma
Ora che finalmente “sei”
così stanco di combattere
col nulla-tutto,
con quei mulini a vento;
ora che preferisci andare,
lasciarti tutto indietro,
lasciar che il tuo cipiglio
sublimi soave-mente;
ora che hai rallentato,
ma senza importi nulla
e il mondo pare fermo …
piove tranquillità,
fors’anche un po’ distacco,
la luce è un po’ più intensa,
ti senti più felice;
ora che il tutto accade
e tu l’osservi attonito,
ti chiedi: cos’è questa dolcezza
che ondeggia qui nell’etere?
Cos’è questo tepore
che aleggia quasi intorno?