Nel corso degli ultimi anni mi sono chiesto più volte se la sensibilità con cui si affronta la vita non sia una realizzazione acquisita, ovverosia una qualità pregressa. Durante la mia eccentrica ricerca ho ripensato spesso alle due apparenti alternative, fin quando ho deciso d’investigare meglio. Quindi ho seguito la flebile traccia che gli sporadici fiotti di consapevolezza avevano lasciato sul sentiero – peraltro circolare – già percorso. Mi riferisco al cammino designato da taluni come “via della meditazione”. Un cammino per ricondursi alle origini, alla sorgente archetipica da cui scaturisce questo splendido bailamme detto esistenza. Ebbene, come molti dei nostri lettori si saranno oramai resi conto, quanto più approfondisci, cioè ti appropinqui all’imperscrutabile mèta, tanto più ti rendi conto di esserne già parte integrante, di non esserne affatto separato. Acquisisci, quindi, ancora più sensibilità, tutto comincia a sembrarti “uno”, riscopri l’incontaminato, al punto che non ti rimane di esprimere riconoscenza.
Ringraziamenti
Voglia il Brahman,
che tutto corrisponde,
renderti partecipe dell’amorevolezza e del benessere
di questo nostro strano e volubile,
ma splendido e generoso,
preziosissimo mondo.
Sii dunque riconoscente e gratifica
chiunque ne abbia davvero bisogno.
Considera l’impermanenza.
Contempla il sempiterno.
Riconciliati con te stesso.
Se lo ritieni medita,
o prega l’insondabile
di svelarti il segreto
della compassione.
Sei pronto?
La verità della consapevolezza
tenta sempre di donarti la gioia che procede
dal vacuo nulla
al cosmo intero.
Grazie.