Il tema contemplativo recondito di questo breve componimento in versi è l’incontro. Una meditazione sui generis sul risultato della propria ricerca interiore. Le conclusioni dell’indagine spirituale sono sempre soggettive. L’incontro con il volto originale, l’essenza peculiare, che non è nostra, ma riguarda tutti gli esseri senzienti, è la chiave di volta dell’insondabile … mistero della vita. La roccaforte psichica, il maniero spirituale, il castello recondito che custodisce un impensabile quanto sorprendente tesoro di saggezza è, per l’appunto, quello della propria interiorità. Gli abitanti sono ancora maschere, persone che tentano di diventare individui.
Persone
Sicché ci trovammo
in questo castello
le gemme
empie, le pie e le noiose
così soli come pretese
col suo desiderio
quei vincoli
quei vicoli
quel nulla
di libertà.
Certezza e dimenticato.
Un’anima laccio
o lacero lesa idea le raggiunse, si
perché furon fanciulle
o fanciulli?
E che importa?
Giacché ciò che resta
un pretaccio cretino
un lazzarone forse ingegnere, ma pure medico
e un men che men dico ignorante?
Il colmo
sicuro
è che li vidi bene
in volto, ma è l’originale, mi spiacque
l’oro, o essi?
Giocavano a palla ovale
per giunta e recitare
se stessi.
Oh, quel castello
l’avevan proprio dimenticato.