Quarto e ultimo articolo introduttivo alla raccolta di poesie per meditare.
La dimensione d’origine di questi versi appartiene al silenzio. E’ quella della non-mente. Tuttavia, per comunicare efficientemente taluni echi del trascendente quali calma o serenità mi serviva uno strumento apposito, una sorta di metalinguaggio relativo. Mentre nel caso di un semplice discorso, pause, intonazioni della voce e contesto fungono da supplementi che arricchiscono di significati e valori più profondi il mero imput linguistico, nel caso della poesia è stato necessario diversificare ricorrendo a specifici espedienti sintattici.
Ho fatto, quindi, leva sulla capacità dei singoli termini di trasmettere una determinata esperienza nella loro nuda immediatezza, prim’ancora che da supporto alla trama concettuale cui sono, comunque, inevitabilmente connessi. Per realizzarlo ho variato sovente l’uso della punteggiatura. Talvolta ne ho esteso l’uso per salmodiare il ritmo di uno stesso verso. Tal’altra l’ho omessa per rimarcare il valore assoluto degli stessi, nonché evidenziare, al contempo, la loro natura essenzialmente poliedrica.
L’intercalare dei versi, nonché il susseguirsi della punteggiatura, dà — per l’appunto — il ritmo della lettura, indica le pause che la voce deve concedere al silenzio affinché l’immaginazione auditiva si trasformi in flussi e riflussi di coscienza.
In sintonia con le finalità di “meditare.it” questa raccolta di poesie è dedicata all’approfondimento della propria meditazione. Il metodo che vi suggeriamo — come peraltro già precisato nella pagina introduttiva di questa stessa directory, nonché riportato prima di ciascun componimento — è il seguente.
«Leggi la poesia con attenzione. Se qualche verso ti sembra ermetico interpretalo intuitivamente. I significati non sono mai univoci, bensì determinati dalla propria consapevolezza. Sei giunto sino in fondo, ti sei applicato a sufficienza? Bene, ora dimentica la poesia. Lascia cadere i pensieri, non fantasticare su nulla.»
Poesie per meditare,
l’arte dell’incontro
che avviene tramite una descrizione
capace di coinvolgere il cuore.
L’arte del sentire.
Una percezione complessiva
che non analizza i dettagli,
ma li traduce subito al presente
in assoluta, quanto eterna
fugace immediatezza.