Quando condivido questi brevi articoli è come se mi riallacciarsi, immancabilmente, a riflessioni precedenti. Ed ecco un altro di quegli scritti volitivi che lasciano, è inevitabile, il tempo che trovano. Il tema è, come sempre, la meditazione. L’obiettivo è renderla accessibile a chiunque.
Anche se i benefici di questo nobile e antico approccio spirituale sono oramai conclamati finanche scientificamente, esistono 3 difficoltà sostanziali.
La prima, seppur scontata, è adottare e quindi esperire un determinato metodo. Per quanto mi riguarda suggerisco sempre di cominciare con l’osservazione del respiro, senza interferire col suo ritmo naturale per un periodo che va dai 5 ai 20 minuti e in posizione seduta. La formula che mi suggerì il mio maestro di meditazione è: lascia che il tuo corpo respiri da sè; tu, corpo-mente, limitati a esserne consapevole.
La seconda difficoltà è principiare sul serio. Quindi smettere di crogiolarsi con le teorie e applicarsi per raggiungere quel minimo di rilassamento che ci consentirà di acquistare fiducia nel metodo.
La terza difficoltà è perseverare anche quando il tutto sembra inutile e senza sbocchi. Non si tratta, beninteso, di sforzarsi o di prestar fede, ma di essere aperti. L’obiettivo di fondo è il benessere. Le conseguenze sono la consapevolezza, che da un punto di vista pratico equivale a ordine, coraggio, compassione, disinvoltura, gioia di vivere.