“Quando la meditazione sopraggiunge, l’intera esistenza diventa meditazione: allora non è più una pratica, ma un modo di essere che coinvolge e trasforma l’intera esistenza dell’individuo, rendendolo partecipe del Tutto.” (Osho)
Per quanti anni ho tentato di meditare prestando viva attenzione a tutto ciò in cui m’impegnavo? Il tempo è trascorso senza che nemmeno me ne rendessi conto. Mentre le stagioni si alternavano a vicenda in un ritmo che sembrava sempre identico a se stesso, la monotonia mi aveva fatto perdere di vista l’importanza di convergere sull’istante, sull’adesso. Anche se di tanto in tanto la meditazione si affacciava da sé, dopo un po’ la perdevo nuovamente di vista e il tentativo di procedere lungo il sentiero della consapevolezza si dimostrava inutile.
Non so più quando sia davvero successo, quando il mio approccio si sia trasformato. E’ cominciato a verificarsi in modo del tutto spontaneo. Ogni volta che mi dedicavo a una attività manuale riuscivo a concentrarmi così bene che tutto il resto – il corollario di circostanze ed eventi che attorniano qualunque impegno – passava, naturalmente, in secondo piano. Ora l’attività mi assorbiva senza che mi sforzassi affatto. Ebbene, nella misura in cui la mia esistenza convergeva in un punto, mi rendevo conto che invece di sentirmi avulso dal contesto percepivo un’integrazione via via più ampia.