Se prendiamo il manico, allora prendiamo anche la tazza; nello stesso modo, se meditiamo e sviluppiamo la compassione, cioè il desiderio “che tutti gli altri non soffrano”, teniamo stretta l’essenza di tutte le altre pratiche di Dharma. (Saggezza buddista, Geshe Ngawang Dhargyey, “Consigli di un amico spirituale”)
Cos’è a cui aspiri, innanzitutto, quando ti accingi a praticare la meditazione? In altre parole, qual è il vero motivo per cui tu stesso ti sei avvicinato alla meditazione? La formula di rito, quella che la prassi della maggior parte degli approcci spirituali esistenti suggeriscono è: “il desiderio di superare la sofferenza, sia la propria che quella di tutto l’oceano di esseri senzienti”.
Fin qui sembra chiaro, ma la persistenza di un desiderio, fosse pure il più nobile come quello di veder tutti gioire, relativamente liberi dai legami che la natura ci ha imposto, non contraddice la meditazione stessa? L’antitesi è ineluttabile, perché per quanto ci sia ammanti di buone intenzioni, per quanto si occulti la polvere del desiderio sotto il tappeto delle apparenze, per quanto lo si releghi nell’inconscio più riposto, rimarrà sempre lì, pronto a rimbalzare come una spudoratissima fiera.
Taluni – quando leggono la saggia frase introduttiva – si confondono credendo che il cosiddetto manico sia la compassione medesima. Invece il manico, tutto ciò che per l’esattezza bisogna, lì per lì, lasciare andare è il desiderio. Quindi la formula di questa superba meditazione è semplice: “se abbandoni il manico del desiderio, la tazza, la coppa della via, come della vita, si colmerà della più umile e amabile compassione.
Siffatto orientamento non esclude, ovviamente, il proprio impegno e coinvolgimento nella vita quotidiana. È soprattutto un esercizio contemplativo che, nondimeno, a lungo andare, susciterà viepiù consapevolezza ed equidistanza. Consentirà, in termini più pratici, a non identificarsi eccessivamente con le asperità del terreno di marcia, con i marosi dell’oceano esistenziale, con i contrattempi che maya predispone. Se abbandoni il manico, la tazza si riempirà di ogni bene.