Un modesto contributo rivolto a coloro che non hanno voglia di leggere pagine su pagine per apprendere ciò che in effetti può essere sintetizzato in poche battute. Un contributo dedicato a coloro che desiderano sperimentare subito la meditazione senza rincorrere spiegazioni o teorie estranee alla propria cultura. Come meditare subito, senza tergiversare, senza atteggiarsi a nulla, senza bruciare incensi, senza contorsioni, senza pensare di volersi realizzare, risvegliare, …
Osserva in silenzio
Nelle società occidentali “meditare” coincide spesso con “pensare”, ovverosia riflettere, esaminare, filosofare, architettare, concentrarsi, essere assorti, ponderare, valutare: in realtà non v’è nulla di più inadatto! Meditazione significa soprattutto “non pensare”, cioè rinunciare, temporaneamente, a identificarsi con i pensieri – a subirli passivamente – e fermarsi, trattenersi per un breve lasso di tempo in silenzio. La meditazione distribuisce il silenzio dell’anima, che è soprattutto armonia, a chiunque ne voglia beneficiare.
Quando ti accingi a meditare non star mai inoperoso. Non confondere il rilassamento – che la meditazione alla fin fine comporta – con il dolce far nulla. Non puoi richiamare la tranquillità di spirito con la passività dell’inedia. Gli approcci alla meditazione sono tantissimi. Non ce n’è uno che prevalga sugli altri. Nel contesto di questo articolo meditare equivale a osservare in silenzio, a rimanere all’erta, consapevoli, ma senza giudicare. Decisamente attenti alla propria postura, quindi al respiro, alle sensazioni che si avvicendano, agli stati d’animo che via via si susseguono. Senza privilegiare nulla che non sia libertà di spirito. Rimani in questo stato tutto il tempo che ti aggrada, non sforzarti, non farne una pratica metodica. Semmai profitta dei momenti di relax per ritemprarti come meglio conviene.
Qual’é la differenza tra meditazione e concentrazione? Nella prima, la meditazione, la mente è assente. I pensieri non convergono, non focalizzano alcun punto in particolare. Nella seconda, la concentrazione, la mente è occupata, completamente assorbita dal fine prestabilito, interamente centrata sul suo oggetto. La concentrazione comporta, quindi, un’identificazione. Quando si medita, invece, non c’è più oggetto, ma una graduale consapevolezza della propria natura innata. Il risultato sarà un ordine spontaneo. Circostanze, eventi e persone saranno quindi valutati per ciò che sono o rappresentano realmente al di là del giudizio emotivo temporaneo. La serenità è solo una concausa secondaria di quest’ordine.
Mantieni un atteggiamento distaccato
Lungo la via della meditazione ciascun meditante deve tentare di comprendere come ogni immagine di se stessi sia inevitabilmente falsa. La natura essenziale della mente, che è libertà, non va confusa con gli oggetti, ma nemmeno con il soggetto. Per meditare vantaggiosamente non appoggiarti – non aggrapparti – a nulla, lascia essere ciò che è senza intervenire. Mantieni un atteggiamento distaccato.
Rilassati, distenditi, trova una posizione confortevole. Chiudi gli occhi, non fare nulla, per l’esattezza non cooperare. Considera le diverse parti del corpo. Avvertine il relativo distacco. Lascia che le funzioni vitali – come ad esempio il respiro – proseguano spontaneamente. Anche se le circostanze si susseguono senza sosta – rilassati – non ne sei minimamente coinvolto. Via via che procedi quella distanza diventa sempre più rilevante. Ma nel contempo ti sentirai maggiormente presente.
La meditazione non è oblio e dimenticanza, bensì equilibrio e tranquillità. L’aria entra, esce? Osservala, prendine atto, ma lasciala defluire da sé. Il vetro della tua finestra vibra per il rumore esterno? Il calpestio che proviene dal piano superiore ti distoglie? … Ascolta pure, ma considera che non ti riguarda. E’ solo un evento transitorio.
La meditazione è un conseguimento
Se sei agitato i pensieri si alternano e sovrappongono. Al contrario, quando diventi calmo, è semplice cullarsi sull’onda di ciò che avviene. Se vuoi meditare comincia col rimanere con ciò che accade. Questo approccio è solo un inizio per aiutarti a comprendere come la meditazione non sia un’imposizione, una coercizione, un training mentale, ma una semplice scelta. Quante volte è stato ripetuto che meditazione non implica né comporta sforzi? Eppure mi capita ancora di ascoltare qualche interlocutore convinto di dover superare chissà quali ostacoli, di dover realizzare una vera e propria impresa, una conquista. Quindi mi sembra d’obbligo formulare un’ulteriore precisazione: la meditazione – lo stato meditativo – è un conseguimento. Tu ti limiti a predisporti senza che vi sia alcun nesso diretto con il futuro. E’ questo il vero scopo delle tecniche di meditazione. Aiutarti a creare le condizioni migliori affinché la meditazione vera e propria possa accadere.
Meditazione per temperamenti sensibili
Un breve appunto – che può esser considerato anche una tecnica di meditazione – utile per i temperamenti più sensibili. Sia che tu riceva elogi, complimenti, encomi, approvazioni o – al contrario – insulti, critiche, disapprovazioni, prendine atto, ma non reagire. Rammenta che sono istanze rivolte, perlopiù, alla superficie della personalità con cui sei identificato. L’essenza non ne viene minimamente scalfita. Semmai approfitta delle sensazioni che ti suscitano apprezzamenti o improperi per osservarli con ironico distacco. Ovviamente non si tratta di reprimere alcunché, ma di diventare consapevoli dell’onda emotiva e riuscirne a ridere.
Meditazione sul terzo occhio
Il metodo iniziale è pressappoco il seguente. Siediti con la schiena dritta. Inspira e immagina che il flusso del respiro converga sulla fronte e nella parte alta del cervello. Espira regolarmente, rilassati, sii consapevole. Reitera avendo cura di non interferire sulla spontaneità del ritmo. Dopo qualche tempo avrai la sensazione che la tua energia converga in un punto intermedio situato, all’incirca, leggermente al di sopra dei due occhi.
Tuttavia, a meno che non accada spontaneamente – anche se solo per brevi frangenti – è sconsigliabile meditare direttamente sul terzo occhio. Pur non volendo parlare di kundalini, bioenergia e chakra, che non sono concetti scientifici e quindi senz’altro opinabili, il sommovimento interiore che suscita tale concentrazione è relativamente eccessivo. Invece l’accostamento graduale alla propria soggettività, che avviene osservando il flusso naturale dei pensieri o del respiro è auspicabile. La tradizione suggerisce che per intraprendere la meditazione sul terzo occhio è indispensabile una notevole purezza spirituale. Si può cominciare, ad esempio, a essere sempre più sinceri o veritieri, con se stessi come con gli altri.
Epilogo
La promessa dell’illuminazione equivale a quella dell’eden, del paradiso, del nirvana. Le religioni e i finti maestri hanno questo “lieve” difetto. Ti allettano senza dimostrare alcunché. T’illudono senza mantenere nulla di ciò che blaterano. Sono come la maggior parte dei politici. Si tratta, forse, di cattiva fede? O sono così ottusi da credere in ciò ch’essi stessi predicano? Purtroppo succede. Mentre speri di realizzare determinati propositi, cominci a parlarne, dimenticando che sei ancora alla ricerca di una pietra filosofale che non esiste se non nella più fervida fantasia. Ma la spiritualità – la meditazione – è ben altro. Rasserena innanzitutto la mente. I pensieri si rincorrono in un caos senza tregua? Non lasciarti coinvolgere dall’immaginazione. Rimani aderente a ciò che è.