“C’è un’unica vita e non avremo altre possibilità di cambiare le cose”.
E gli umili saranno i primi … Che significa? L’interpretazione che ne è stata data sin qui è quanto di più pernicioso e fuorviante sia mai stato divulgato. Quando pronunciò quest’affermazione Gesù il Nazareno era ovviamente in buona fede. Ma la distorsione del significato originario causò più morti, dolori e sofferenze di mille e mille guerre combattute nel medesimo tempo. Gli umili non sono coloro che si mortificano o sottomettono, non sono quelli che si prostrano o s’inchinano, non sono i remissivi, tanto meno i poveri. Semmai sono coloro che, avendo esperito in prima persona l’essenza, son divenuti compassionevoli e quindi modesti. Rinunciano alle frivolezze, ma solo dopo averle pienamente comprese.
Gesù non affermò mai che è giusto essere poveri, derelitti, perseguitati, sarebbe stato il colmo. Semmai questa fu la versione che ne diedero – o, per lo meno, lasciarono credere – sempre il medesimo tipo di persone. Le stesse che lo sacrificarono sulla croce del disprezzo e dell’odio. Quindi se siete poveri, se ritenete di essere perseguitati, se vivete nell’indigenza, non raggiungerete mai le più alte vette dello spirito lamentandovi o recriminando passivamente. Innanzitutto create una comunità d’intenti ove non alligni più il benché minimo egoismo. Il resto verrà da sé perché laddove ci sarà puro amore ricomparirà altresì lo spirito originario che animò il Cristo.
Mi rendo conto che esprimermi in questi termini in una società che è divenuta oramai del tutto edonistica, in una società dove persino l’ultimo baluardo della reciprocità, cioè il lavoro umano, si è trasformato in una sorta di merce di scambio, può sembrare inutile. Ma confido che questo ciclo in cui predominano ancora la rabbia e la violenza di pochi, ma spietati e cinici demoni profittatori si alterni con un’epoca in cui trionfi la consapevolezza.
Gesù e la politica
Gesù il Nazareno non separò mai religione e politica. Questa è una menzogna tanto comoda quanto spudorata. Pur senza ricorrere ai Vangeli Apocrifi, ovverosia a fonti alternative, ma altrettanto attendibili, pur senza voler mettere in discussione le molteplici traduzioni dei Vangeli Canonici che ne alterarono in parte, se non irrimediabilmente, numerosi tra i significati originari, limitandosi quindi alle fonti cosiddette ufficiali, appare evidente l’opera di mistificazione interpretativa operata nel corso dei secoli. Gesù non separò religione e politica perché non ne avrebbe avuto bisogno. La politica era improntata all’asservimento dell’uomo sull’uomo, alla dominazione nonché lo sfruttamento dei popoli sui popoli. La religione, in apparenza solo subordinata, ma in realtà in perfetta simbiosi con il potere cosiddetto temporale. Gesù non poté separare la religione dalla politica perché religione e politica, per loro stessa natura, sono inseparabili.