71 – Chi sono io?
La domanda chi sono io, al contrario di quanto taluni – pur bravi, ma ingenui – intellettuali credono non è una ricerca d’identità individuale, perché a questa domanda non v’è risposta. Si tratta solo di un artificio per arrivare a comprendere di non essere limitati esclusivamente al proprio nome e forma. Non è nemmeno un tentativo di espandere la propria identità, ma di ri-trovare il proprio centro interiore (di gravità, permanente); un centro che non sia in balia di mode, voghe, tendenze, ideologie, dottrine, concezioni, convinzioni, fedi, credenze. Non si tratta, quindi, del tentativo di liberare o emancipare se stessi – da cosa poi? – per superare l’egoismo e provare compassione o equanimità, bensì di attingere alla fonte di ogni benevolenza, dell’amorevolezza medesima, della pietà, dell’equità, se non di ciò che avvicina alla giustizia.
80 – Non so più chi sono… Che fare?
Quesito esteso: Sto attraversando un brutto periodo. Non so più chi sono, mi sono persa, non riesco a essere lucida, il tutto in senso metaforico, ovviamente. Vorrei cambiare, essere migliore, più saggia e determinata, meno fragile. Come fare?
Anch’io, come tanti altri, ho tentato di scoprire chi sono, diventare più lucido, relativamente migliore, più saggio e determinato. Ma per quanto mi sforzassi non ottenevo alcun risultato. Fintantoché non ho deciso di provare ad accettarmi per quello che sono: titubante, piuttosto cauto, talvolta pieno di energia, tal’altra sicuramente fragile. Le ricette sono tante. La mia è stata quella di riconoscere ed accettare l’intrinseca limitatezza e nel contempo provare a diventare più consapevole. Bisognerebbe altresì riconoscere l’esistenza di ritmi specifici. Ciò che sento oggi è transitorio. E se mi adopero per il benessere degli altri ne trarrò sicuramente vantaggio. In realtà non v’è nulla da capire.