Per quanto si creda che la meditazione sia solo quel breve e limitato frangente durante cui si assume la postura più consona per cercare un angolo della mente che possa offrirci via via un minimo di calma e serenità, la realtà non mancherà di meravigliarci. Questo perché la quiete e il raccoglimento introspettivo sono solo l’inizio. Anche se il futuro potrebbe sembrarci – dapprincipio – un tantino nebuloso il prosieguo del cammino – vissuto all’insegna della consapevolezza – sarà invece ricco di piacevoli e gratificanti sorprese. Seguono aforismi di: – Bhagavad Gita – Ezra Bayda – Osho – Jon Kabat-Zinn – Paramahansa Yogananda – Hui-neng – Chogyam Trungpa – Ajarn Jayasaro – Martine Batchelor – Guendune Rinpoché –
La pratica della meditazione libera da tutti i tormenti. Questa è la via dello yoga. Seguila con determinazione e durevole entusiasmo. Rinunciando completamente alle aspettative e a ogni egoistico desiderio, impiega la forza di volontà per dominare i sensi. A poco a poco, con pazienza e ripetuto sforzo, la mente finirà per trovar quiete nel sé.
(Bhagavad Gita 6:23-25)
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Finché non ci giriamo e non affrontiamo ciò che abbiamo sempre evitato, che cosa stiamo realmente facendo della nostra vita? La pratica non è quella certa cosa graziosa che facciamo soltanto sul cuscino da meditazione. Finché non impariamo a osservarci obiettivamente e non persistiamo nell’osservazione con sempre maggiore onestà di tutti i modi in cui ci siamo trattenuti per timore, non potremo cominciare ad avvertire la libertà insita nell’uscire dalla nostra stanza protetta per entrare nella vita reale che ci attende.
(Ezra Bayda, Being Zen: Bringing Meditation to Life)
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Se non usi la vita quotidiana come metodo di meditazione, la tua meditazione diventerà inevitabilmente una fuga dalla realtà.
(Osho)
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Se, a volte, ti senti scoraggiato/a e depresso, è importante ricordarti che puoi ancora provare gioia e piacere. Se “coltivi questa visione più ampia di te stesso”, la meditazione troverà un terreno molto più fertile per crescere e dare frutti. E magari scoprirai che ti aiuta anche in vari altri modi inaspettati, che non hanno niente a che fare con il dolore.
(Jon Kabat-Zinn)
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“Mediante la meditazione noi connettiamo la piccola gioia dell’anima con la immensa gioia dello spirito. La meditazione non dovrebbe essere confusa con l’ordinaria concentrazione. La concentrazione consiste nel liberare l’attenzione dalle distrazioni e nel focalizzarla su qualsiasi pensiero ci possa interessare. La meditazione è quella speciale forma di concentrazione in cui l’attenzione è stata liberata dalla irrequietudine ed è focalizzata su Dio. La meditazione, perciò, è la concentrazione usata per conoscere Dio.”
(Paramahansa Yogananda)
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Se voi iniziate concentrando la mente sulla calma, non otterrete che una calma fittizia. Che significa la parola “meditazione”? In questa scuola significa niente barriere, niente ostacoli; meditazione è al di là d’ogni posizione oggettiva, sia buona sia cattiva. L’espressione “star seduti” significa non suscitare pensieri nella mente.
(Hui-neng)
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La pratica della meditazione non è concepita per dare piacere, ma per comprendere la verità del dolore; e per comprendere la verità del dolore bisogna capire anche la verità della consapevolezza. Quando c’è la vera consapevolezza, la sofferenza non esiste. Attraverso la consapevolezza, piuttosto, la sofferenza cambia prospettiva. Ciò non significa necessariamente che non provate dolore, ma che la convinzione ossessionante di essere fondamentalmente in difficoltà è rimossa. È come la rimozione di una scheggia. Può far male e potreste ancora sentire dolore, ma la causa di base di quel dolore, l’ego, è stato rimosso.
(Chogyam Trungpa)
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La meditazione non è una pillola magica. È il cuore essenziale della pratica, ma non può essere presa da sola come un modo per alleviare la sofferenza. È anche importante come si vive il resto della vita.
(Ajarn Jayasaro)
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Al cuore della meditazione buddista ci sono la concentrazione e l’introspezione. Se coltivate queste due qualità in meditazione, allora sviluppate la capacità di star calmi, d’esser chiari e di offrire comprensione ed amore.
(Martine Batchelor, “Meditazione per la vita”)
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Spesso si crede che meditare significhi imporre uno stato di vuoto alla mente, uno stato senza pensiero né movimento mentale: quest’idea è sbagliata, perché se la meditazione fosse uno stato senza pensiero, questo stesso tavolo starebbe meditando! La meditazione non ha niente a che fare con il fatto di creare un vuoto volontario nella mente: meditare non vuol dire bloccare il movimento dei pensieri, ma restare in uno stato in cui questi pensieri non fanno presa. Se non ci fossero pensieri o movimento concettuale nella mente, chi mediterebbe?
(Guendune Rinpoché)