Com’è che ci si accosta, con semplicità, senza ricorrere a chissà quali eccentrici artifici metafisici, senza adottare alcuna tecnica esoterica, senza…, al meraviglioso mondo della meditazione? Ovviamente tutto ruota intorno alla mente e ai pensieri che genera. Senonché, per quanto ci si adoperi, noi non siamo nemmeno quelli! Lo tratteggia, con la proverbiale spontaneità degli insegnanti zen, Linji …
Linji (810/15-867 d.C.) è stato uno dei più importanti maestri zen di sempre. Secondo Thich Nhat Hanh, che deve molto ai suoi insegnamenti, “nella tradizione zen lo spirito del maestro Linji è in qualsiasi cosa pensiamo o facciamo”. Dopo un iniziale periodo presso il monastero del patriarca zen Huangbo, venne mandato da quest’ultimo a studiare presso il monaco eremita Dayu, per poi tornare dal suo maestro. Sin da giovane puntò la sua attenzione sul fatto che molti monaci, pur studiando diligentemente, non riuscivano a raggiungere alcuna forma di comprensione o trasformazione. Dunque a un certo punto preferì lasciare gli studi e dedicarsi completamente alla più autentica pratica zen. Buona parte dei suoi insegnamenti sono diretti a risvegliare i monaci sul significato ormai vuoto di molte parole, compreso “Buddha”.
Il suo metodo si basava sulla consapevolezza che ogni essere umano ha bisogno soltanto di risvegliarsi alla sua vera natura e di vivere come una persona semplice. Linji non si riteneva un maestro zen, ma un “buon amico spirituale”, in grado di aiutare gli altri sul sentiero. Chiamava “colui che ospita” la persona che possedeva la visione profonda per insegnare, e “colui che viene ospitato” il discepolo che veniva a imparare. In questo rapporto tra maestro e discepolo alcuni hanno visto una sorta di prefigurazione della psicanalisi. Centrale nell’insegnamento di Linji è il concetto di “persona senza impegni”, come colui o colei che non corre più dietro all’illuminazione e non si aggrappa più a nulla, neanche al Buddha stesso. Una tale persona, essendosi fermata, non è più vincolata da nulla, neanche da teorie e insegnamenti.
Aforismi di Linji (Lin-Chi)
A mio avviso non c’è poi così tanto da fare, se non essere semplici, vestirsi, mangiare e trascorrere il tempo senza fare nulla.
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Sii padrone di te stesso, ovunque tu sia, e fa di quel luogo la sede del tuo risveglio.
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Non venite da me cercando qualcosa. L’illuminazione, la felicità, la stabilità e la libertà che cercate sono già in voi.
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Le persone del nostro tempo non riescono a realizzare i frutti della pratica, perché è così? Perché non hanno la virtù della fiducia in se stessi. Poiché non avete fiducia in voi stessi, siete sempre preoccupati e correte ansiosamente dietro ogni sorta di oggetti al di fuori di voi, allora questi oggetti vi fanno girare a vuoto e vi fanno perdere tutta la vostra libertà.
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Se siete capaci di porre fine al pensiero che va a caccia degli oggetti esterni, vedrete che non c’è differenza tra voi stessi e il nostro maestro, il Buddha.
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Se non volete essere diversi dal Buddha, il nostro maestro, non correte dietro alle cose al di fuori di voi.
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Ogni luogo è un luogo di arrivo, ogni luogo è una vera casa per il praticante.
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Non c’è nulla che non sia profondo e meraviglioso, non c’è nulla che non sia liberato.
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Quando è necessario camminare, camminate. Quando è necessario sedere, sedete. Non desiderate neanche per un momento lo stato di Buddha.
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Venerabili monaci, il tempo è molto prezioso. Dovreste fermare la mente che è sempre in cerca di qualcosa, che corre alla casa del vicino per studiare lo zen, per imparare la via, in cerca di una frase, di parole, di maestri, di Buddha, di un buon amico spirituale. Non prendete questa direzione sbagliata.
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La persona più nobile è quella che non ha nulla da fare. L’unica cosa che dovreste evitare è pensare a ciò che farete. Tutto ciò di cui avete bisogno è essere persone semplici, essere padroni di voi stessi ovunque voi siate e usare questo luogo come la vostra piattaforma del risveglio. Se continuerete a pensare e a calcolare come dirigere la vostra ricerca verso ciò che sta al di fuori di voi, avrete commesso un grave errore.
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Non cercate il Buddha, Buddha è solo un termine vuoto.
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Dovreste essere padroni di voi stessi in ogni circostanza; siate ovunque la vera persona, non permettete alle condizioni esterne di trascinarvi via.
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Qualcuno domandò: “Chi è Buddha e chi è Mara? ”. Il maestro rispose: “se nella vostra mente rimane anche soltanto una singola nozione di dubbio, quello è Mara. Se arrivate alla comprensione della natura senza nascita di tutto ciò che è e riconoscere che la mente è un magico spettacolo, che non c’è né oggetto, né fenomeno che abbia una reale esistenza, allora, ovunque siate, c’è purezza e questo è il Buddha. Tuttavia le persone pensano generalmente che il Buddha e Mara siano due mondi differenti: uno puro e l’altro impuro. Per come vedo io le cose, il Buddha non è, gli esseri viventi non sono, il passato non è, né è il presente. Se realizzate la verità, la realizzate direttamente. Non avete bisogno di prender tempo per realizzarla. Non avete bisogno di coltivare, non avete bisogno di realizzare, non c’è guadagno o perdita. In nessun altro tempo può esserci un insegnamento diverso da questo. Se c’è un insegnamento diverso da questo, direi che è solo un sogno, uno spettacolo magico. Questo è tutto ciò che desidero dire.
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Tutti e tre i regni hanno origine nella mente, tutto ciò che esiste ha origine nella coscienza. Ecco perché tutte le cose sono sogni illusori, atomi immaginari che cadono di fronte ai nostri occhi. Perché ci dovremmo affaticare correndogli dietro?
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Le afflizioni hanno origine nella mente. Se non c’è mente, in che modo le afflizioni possono ostacolarci?
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La visione profonda non era con me sin dal giorno in cui mia madre mi mise al mondo), ma è giunta attraverso perfezionamento, rifinitura, addestramento, esperienza e indagine e allora, un giorno, mi aprì un varco verso la verità.
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Amici miei, se desiderate avere una corretta visione profonda della verità, non «permettete agli altri di ingannarvi. Qualsiasi cosa vi accada, che venga da fuori o da dentro, dovreste ucciderla immediatamente. Se incontrate il Buddha, uccidete il Buddha. Se incontrate il maestro o un arhat, uccidetelo. Se incontrate i vostri genitori, uccidete i vostri genitori. Solo allora potrete essere liberati. Non permettete alle cose di vincolarvi e sarete liberi e a vostro agio.
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In nessun luogo sarete in grado di trovare le cose chiamate nascita e morte. Non c’è nulla se non parole vuote, atomi illusori che cadono davanti ai vostri occhi, non sono cose che vale la pena di cercare con un duro lavoro. Quando lo vediamo, siamo in grado di lasciar andare ogni realizzazione e ogni insuccesso, il giusto e l’errato.
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Amici miei, se desiderate diventare Buddha, non siate schiavi di tutti i fenomeni esistenti. Quando la mente sorge, gli oggetti della mente sorgono. Quando la mente non sorge, gli oggetti della mente non sorgono. Quando pensiero non sorge, nessun fenomeno esistente ci può danneggiare.
(Da: Nulla da cercare. Un commento alla raccolta di Linjii – Thich Nhat Hanh)