«Non c’è niente da praticare; per conoscere te stesso, sii te stesso; per essere te stesso, smetti di immaginare di essere questo o quello; semplicemente sii; lascia che la tua natura emerga. Non disturbare il cuore con la ricerca». (Nisargadatta Maharaj)
Riporto un breve messaggio e relativa risposta. Nonostante mi renda conto che questo genere di comunicazione alimenti senza sosta uno sterile chiacchiericcio della mente, m’illudo che prima o poi si esaurirà da solo. In realtà so bene che ogni sussurro, per quanto lieve, rappresenta unicamente un’altra via di fuga. Per dimenticare se stessi?
Insoddisfatti della propria vita cerchiamo risposte alternative che – tuttavia – non esistono. La soluzione al disagio esistenziale è nella consapevolezza dei ritmi, nella ciclicità del divenire che converge, sempre qui, nel medesimo luogo; ora, nello stesso istante in cui scrivo, durante cui – cortese visitatore – ti disponi a leggere. Per approfondire, o informarti, per capire, allontanarti e sorridere. Mi dispiace, ma hai perso un altro po’ di tempo. A meno che, furbescamente, dopo il cancàn d’opinioni, non ti ritrai e taci (medita) …
Messaggio
Nome del mittente: Simona
Soggetto: Pace
Quesito
Buongiorno, sono una donna di 33 anni. Nella mia vita ho provato di tutto, sono fuggita tante volte alla ricerca di “qualcosa” che potesse dare un po’ di sollievo al profondo dolore di cui ancora non conosco la causa. Ho cambiato lavoro, compagno e città mille volte. Sono stata tanto male psicofisicamente. Sono quasi ossessionata dalla malattia e il mio umore non conosce vie di mezzo. Oscillo dall’apoteosi al baratro. Sono in psicoterapia da un anno e mezzo, dopo tanta ricerca. Mi chiedo quando riuscirò a capire … o a essere. Grazie infinite.
Risposta
Ciao Simona, ti rispondo volentieri, ma rammenta che non so nulla al mio riguardo, figuriamoci se posso permettermi d’insegnare. Certo, di tanto in tanto esprimo delle opinioni, …, relativamente discutibili.
Seguire una psicoterapia è ottimo, persevera. In quanto alla ricerca, beh, non adopero mezzi termini. Quello che cerchiamo c’è già, ma è così vicino, così semplice, così apparentemente insignificante da non dargli l’importanza che merita. Nei momenti difficili, oltre la pazienza e la doverosa fiducia nei consigli degli esperti, ho avvertito – secondo le circostanze – sia benevolenza che sarcasmo e tanta, ma tanta supponenza. Sicché ho avuto la fortuna di rendermi conto personalmente come nessuno conosca davvero la strada … Coloro che la indicano – tranne ovviamente i medici – si basano sul fatto d’avere un seguito. Si tratta di un sostegno reciproco, il conforto della finzione, dell’ignoranza. Ma allora, perché non fingere? Perché non recitare? Fingi di sapere, recita di gareggiare, gioca. Vedrai che il gusto di trastullarsi contribuirà a migliorare la tua fiducia. Dio, o chi o che cosa per lui, sorride ai protagonisti, mentre sembra ignorare persino coloro che lo cercano. D’altro canto, se cerchi troppo te stessa, senza distrarti mai, incontrerai solo il vuoto. Non attenderti mai nulla dagli altri più di ciò che tu stessa, con il tuo lavoro, con la tua compassione, non possa a tua volta donare. Dona la compagnia, la presenza.
Prima di concludere. Se segui queste idee non giungerai da nessuna parte. Questo perché – in realtà – non c’è nulla da capire. In quanto all’essere, sei già! Se cerchi troppo, ti allontani.