Varcare la soglia del nostro sguardo interiore è come aprire una finestra su un universo segreto, un invito a vedere le cose come realmente sono. In questa danza sottile tra percezione e comprensione, Jon Kabat-Zinn, maestro della consapevolezza, ci accompagna in un viaggio che trascende le limitazioni del nostro quotidiano. Attraverso il suo straordinario approccio, attingiamo alle risorse inaspettate dell’essere umano, dando vita a una sinfonia di pensieri illuminanti e visioni profonde. Preparatevi ad abbracciare la magia che si cela dietro le semplici azioni quotidiane, perché Kabat-Zinn ci svelerà che l’ordinario è il terreno fertile per la scoperta straordinaria. Insieme, esploreremo un mondo di meditazione, saggezza e meraviglia, con un pizzico di ironia che ci farà sorridere nell’introspezione stessa. Benvenuti nel regno del vedere le cose come sono: pronti a incantare i nostri sensi e a vivere ogni istante con una consapevolezza autentica e un’estasi divertente.
«Di tutti i sensi è la vista, il regno degli occhi, a farla da padrone nel linguaggio e nelle metafore. Parliamo della nostra «visione» del mondo e di noi stessi; parliamo di acquisire «introspezione» e «prospettiva» (rispettivamente «vedere dentro» e «vedere avanti») . Ci esortiamo a vicenda: «guarda», e poi «vedi» – vedere che è diverso dal guardare come l’udire lo è dall’ascoltare, o l’odorare dall’annusare. Vedere è apprendere, afferrare, abbeverarsi, scoprire relazioni (compresa la loro consistenza emotiva), percepire quel che c’è in realtà. Carl Jung ha osservato che «Noi non dovremmo pretendere di capire il mondo solo con l’intelletto; impariamo altrettanto tramite la percezione». Marcel Proust l’ha espresso così:
Il vero viaggio di esplorazione e scoperta non consiste nel cercare nuovi panorami, ma nell’avere occhi nuovi.
Noi vediamo quello che vogliamo vedere, non quello che abbiamo realmente davanti agli occhi. Guardiamo, ma possiamo anche non apprendere né comprendere; forse dovremmo accordare la nostra visione proprio come si accorda uno strumento musicale, per aumentarne la sensibilità, l’estensione, la limpidezza, l’empatia. Possiamo dire che lo scopo sarebbe di vedere le cose così come sono nella realtà, non come vorremmo che fossero o come temiamo che siano, e nemmeno vedere soltanto le cose che siamo socialmente condizionati a vedere o a provare. Se Jung ha ragione, noi impariamo con le nostre percezioni, certo, ma poi sarà bene essere con loro in una relazione intima, o ci forniranno solo lenti troppo deformate per permetterci qualunque visione reale o conoscenza reale.
In un modo o nell’altro la nostra mente, come anche gli altri sensi, spesso offusca la nostra capacità di vedere con chiarezza. Per questa ragione se vogliamo fare piena esperienza della vita e averne la piena padronanza ci dovremo allenare a vedere al di là delle cose, attraverso le loro apparenze. Se ci aspettiamo di percepire i panorami interiori ed esteriori, compresi gli avvenimenti, fino a poterli conoscere nella loro realtà così come sono veramente avremo bisogno di coltivare l’intimità con il flusso della nostra attività di pensiero, il quale influenza tutto ciò che si trova nell’ambito dei sensi.»
(Da: Jon Kabat-Zinn, Riprendere i sensi)
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– Jon Kabat-Zinn (macrolibrarsi.it)
– Jon Kabat-Zinn – Wikipedia
– Mindfulness – Wikipedia